“VOTO PAGATO”. PRIMARIE PD AD ALBENGA, L’EX SINDACO DENUNCIA: “HO VISTO RIMBORSARE GLI STRANIERI”
ANCHE IL SEGRETARIO DEM CONFERMA L’ACCUSA
La signora che stende il bucato alla finestra di via Roma indica l’enorme portone che sovrasta i vicoli del centro storico medievale: «Lo vede? È quello verde. C’era una ressa di stranieri domenica mattina che pareva il Ramadan…».
Al bar d’angolo è lunedì di frizzi e lazzi: «Per un giorno tutti fieui di Caruggi (ragazzi dei vicoli, ndr ): bianchi, neri e gialli…».
Eccola qui la copertina delle ennesime primarie finite in baruffa (se va bene): Albenga, 23 mila anime, 1.590 votanti all’altare laico dei Democratici per scegliere tra Raffaella Paita e Sergio Cofferati.
Un’enormità quanto a partecipazione se solo la si paragona ai 250 votanti di Alassio (su 11 mila abitanti) o ai 392 di Albissola (10 mila residenti).
E mica è finita: di queste 1.590 schede, 1.320 portavano il nome della Paita e solo 236 erano per il Cinese.
Fulvio Briano, segretario del Pd di Savona, la mette giù piuttosto pesante: «Ci sono arrivate segnalazioni che parlano di persone che avrebbero guidato al voto alcuni stranieri extracomunitari. Mi sono stati riferiti anche scambi di denaro e foto scattate nei seggi: se è vero, siamo al voto di scambio, roba da codice penale…».
Rosy Guarnieri, leghista che qui ha fatto il sindaco fino a 6 mesi fa, conferma e rilancia: «Marocchini, cingalesi e indiani, tantissimi… Mi hanno avvertito, sono andata e ho visto in piazza Trinchieri alcune persone che rimborsavano i 2 euro del voto ad alcuni stranieri. C’è stato anche un momento di agitazione quando dal seggio è uscito un sostenitore di Cofferati, gridando: “Adesso basta, sennò ci mettiamo anche noi a distribuire soldi”».
È caccia a «manine» e «gran burattinai» il giorno dopo ad Albenga.
A sentire gli analisti locali, il fronte pro Paita è un ginepraio di interessi nel quale figurano segmenti del Pd ferocemente anticofferatiani e pezzi di centrodestra legati all’ex plenipotenziario di Forza Italia, Claudio Scajola, in disgrazia, ma ancora capace di farsi sentire da Levante a Ponente.
È stato un suo uomo, Franco Orsi, sindaco di Albissola ed ex senatore, ad infiammare queste primarie schierandosi apertamente per Paita e scatenando la reazione del Cinese e della sinistra dem contro le «incursioni della Destra».
Fioccano in queste ore le segnalazioni di noti esponenti del centrodestra visti ai seggi Pd pagare i 2 euro e votare.
Scenari che Lella, come chiamano la vincitrice da queste parti, rigetta infastidita: «I miei voti? Nei giorni dell’alluvione c’ero io in queste terre, con il fango alle ginocchia: non ho visto Cofferati… Mi ha aiutato il sindaco, Giorgio Cangiano, che sul territorio è fortissimo».
Fede pd, fresco di nomina, Cangiano è ritenuto l’uomo forte di Albenga assieme al cugino e parlamentare dem, Franco Vazio, con il quale divide lo studio da avvocato. «Il boom di votanti – spiega il primo cittadino – nasce dal fatto che qui il Pd è tutto per Raffaella…».
Anche marocchini e cingalesi? «Beh, tutta questa ressa io non l’ho vista. E poi è bello se gli immigrati partecipano». Con lui, Alessandro Andreis, segretario del Pd cittadino e suo assessore: «C’è gente che parla per sentito dire. La quota degli stranieri al voto qui è stata del 10%…». Almeno 150 voti.
È un fiume in piena il giallo di Albenga.
Raccontano di calciatori sedicenni portati al seggio assieme alle famiglie per votare Paita.
Lo denuncia Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia: «Questi giovani atleti, in quanto minorenni, non potranno votare per le Regionali: ma a chi li ha portati al seggio interessavano solo le primarie».
Circola un nome: Roberto Schneck, 44 anni, architetto, una carriera in FI (ex assessore in Provincia), quindi l’addio a Berlusconi e un presente da indipendente.
Da vicepresidente della società Albenga Calcio, su di lui si appuntano i sospetti di aver arruolato calciatori in erba alla causa del Pd.
Al telefono si fa di nebbia. Ma c’è chi giura che, in caso di vittoria alle Regionali di Lella Paita, risponderà al volo all’offerta di entrare in giunta .
Francesco Alberti
(da “il Corriere della Sera”)
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