CITTADINANZA AGLI IMMIGRATI REGOLARI: SI E’ RIUNITO IL KU KLUX KLAN
INVECE CHE IL DIRITTO ALLA CITTADINANZA, IL PDL ALLA CAMERA, SU IMPUT DELLA LEGA, VUOLE NEGARE PERSINO I DIRITTI MINIMI…. FATE UNA LEGGE CHE CONSENTA SOLO DI SFUTTARLI IN NERO E POI DI AFFOGARLI IN MARE, COSI’ FATE PRIMA… UN PARTITO VECCHIO E REAZIONARIO, VENDUTO ALLA LEGA, INVECE CHE PER 30 DENARI PER DUE PROCESSI
Esordiamo limitandoci a riportare i fatti. Se non fosse stato per l’ottima iniziativa del finiano Granata che aveva firmato una proposta bipartisan per concedere, dopo 5 anni, la cittadinanza agli immigrati regolari che vivono onestamente in Italia, lavorano, pagano le tasse, rispettano le leggi e si sono integrati nel tessuto sociale del nostro Paese, questa specie di monocolore leghista, con l’appoggio del Pdl, che governa il Paese, non avrebbe mosso un dito per cambiare la normativa vigente.
Serve manodopera per le imprese del nord e braccia per l’agricoltura al sud? Ben vengano gli immigrati dalle 6 del mattino alle 19 di sera, ben venga il loro sudore, i proventi delle loro tasse, gli introiti dell’Inps sulle loro trattenute. Dopo le 19 e fino alle 6 del mattino però che stiano chiusi in casa, magari in 10 sotto lo stesso tetto, o meglio magazzino, che una “generosa” carogna padana mette a loro disposizione.
Meno si fanno vedere in giro e meno creano turbativa allo shopping di qualche signora snob della padagna del magna magna, a qualche ragazzotto fatto di alcol e fumo che per fortuna ogni tanto si schianta contro un guard rail la notte a 180 km orari, a qualche rincoglionito che vive di paure e scarica sui più deboli il fallimento della propria vita malvissuta.
La proposta di Granata era semplicemente di buon senso, non regalava nulla, imponeva anche precisi doveri agli immigrati, in linea con la legislazione vigente negli altri Paesi europei “civili”.
Ma ecco che il prestanome della Lega, ovvero il Pdl, decide di stopparlo e presenta, in nome e per conto del Xu Xlux Xlan dei forcaioli, un disegno di legge alternativo che ieri ha iniziato il suo corso ala Camera e che fissa solo doveri e nessun diritto, inasprendo ancora di più le condizioni degli immigrati regolari (ripetiamo regolari).
Il testo è firmato da Isabella Bertolini e mantiene invariate una parte delle norme vigenti, altre le rende più restrittive.
Per avere il passaporto italiano un immigrato deve risiedere in Italia per almeno dieci anni, dopo otto dovrà fare domanda di frequenza e corsi obbligatori di storia e cultura italiana, di educazione civica e sulla Costituzione.
Ovvero quei corsi e quel rispetto verso l’Unità d’Italia che certa feccia leghista non ha mai fatto e assimilato.
Lo pretendiamo dagli immigrati, mentre certi personaggi italici posso sputare sulla bandiera.
Andiamo avanti: lo straniero dovrà poi dimostrare un buon grado di integrazione sociale e il rispetto delle leggi italiane ( forse deve frequentare le osterie dei beoni leghisti per socializzare?).
Nessun diritto per i figli di immigrati, anche se nati e cresciuti in Italia, resta fermo che fino a 18 anni non posso chiedere la cittadinanza: non solo, ora devono anche aver “frequentato con profitto” tutta la scuola dell’obbligo. Restano fino a 18 anni “sporchi negri” e, a differenza del figlio di Bossi che ha perso tre anni, se non hanno seguito la scuola con profitto neanche possono essere cittadini italiani al diciottesimo anno.
Altro che rispetto della Costitizione, questa è una legge da Xu Xlux Klan, una vergogna per un Paese civile.
Ed è l’ora che qualche servo dica chiaramente qual è il prezzo che paga per l’appoggio dei razzisti che ci stanno sputtanando in tutto il mondo.
E questa sarebbe una “destra”?
Una destra vera scenderebbe in piazza a difendere il diritto, l’uguaglianza degli esseri umani, la legalità , il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali.
Una destra vera è sociale, aiuta i più deboli, fissa doveri ma garantisce anche diritti, non guarda il colore della pelle, ma il cervello degli uomini, il loro cuore, il loro sentimento, la loro voglia di riscatto sociale.
Una destra vera non è una fogna maleodorante di vomiti padani e di rutti da osteria, spacciati per “difesa dell’italianità “.
Quando fa comodo si difende l’Italia, quando si arringa la fogna si parla di secessione.
Una destra vera sa che la sicurezza la deve garantire lo Stato e sarebbe scesa in piazza per accogliere le ronde a bulaccate d’acqua gelida sui coglioni (ovvero in testa), altro che istituzionalizzarle, salvo poi rendersi conto che senza stipendio i rondisti stanno a casa a vedere la tv o vanno a mignotte nigeriane.
Una destra moderna guarda oltre il contingente, non crea campi di reclusione, espelle in 24 ore chi commette un reato e garantisce diritti a chi si comporta onestamente, sa gestire il fenomeno immigrazione con senso di responsabilità .
Una destra moderna non aizza al razzismo, non alimenta paure, non sfrutta (da miserabili) l’insicurezza dei cittadini, ma “garantisce” sicurezza, vera, reale, concreta.
Non si limita a aumentarne solo la “percezione”, coi soldati che fanno la guardia al bidone di benzina, fa pulizia seria, attraverso il potenziamento delle forze dell’ordine, aumentando uomini e mezzi, non riducendoli.
Una destra moderna guarda al futuro, non ha paura delle sfide degli anni a venire, programma, studia, gestisce, analizza, si confronta.
Gli altri continuino pure a contare i soldi nel materasso, a vivere nell’egoismo, a pensare solo all’avere.
La destra vera “vive e realizza i sogni”, non aspetta di essere tumulata nella lussuosa cappella di famiglia dove nessuno metterà un fiore.
C’è chi vive da egoista e muore in solitudine, chi lascia un segno del suo passaggio nella vita e sarà ricordato per il bene, l’amore e il sacrificio verso il suo popolo.
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