CON IL REATO DI CLANDESTINITA’ E’ FLOP ESPULSIONI: SI E’ RIVELATA UN BLUFF LA LEGGE NATA PER COMBATTERE I CLANDESTINI
I CIE SONO AL LIVELLO PIU’ BASSO DA QUANDO SONO STATI ISTITUITI… SOLO IL 28% DEI RINTRACCIATI VIENE RIMPATRIATO, CONTRO IL 49% del 2003, SOLO 1 DENUNCIATO SU 5 VIENE ESPULSO DALL’ITALIA
È una macchina che non cammina.
Il complesso meccanismo di contrasto all’immigrazione irregolare, fatto di espulsioni, Cie e reato di clandestinità , non gira più a pieni regimi.
I numeri sono lì a dimostrarlo.
Flop delle espulsioni: oggi solo il 28% dei rintracciati viene rimpatriato, contro il 49% del 2003.
Bluff del reato di clandestinità : solo un denunciato su cinque viene espulso dal Paese.
Cie colabrodo: col 38% dei trattenuti effettivamente allontanati dall’Italia, si è raggiunto il livello più basso degli ultimi sei anni.
E così, salvo periodiche sanatorie, l’esercito degli irregolari ingrossa ogni anno le sue fila.
Stando agli ultimi dati Ismu, oggi in Italia vivono e lavorano 443mila immigrati senza permesso di soggiorno.
Il loro allontanamento dovrebbe avvenire o direttamente alle frontiere o dopo l’ingresso sul territorio italiano.
Che le armi contro di loro fossero spuntate già si sapeva, ma ora una ricerca del sociologo Asher Colombo, pubblicata dal Mulino, scatta una fotografia più completa e aggiornata della situazione.
Lo studio “Fuori controllo? Miti e realtà dell’immigrazione in Italia” sfata innanzitutto alcuni luoghi comuni sia sul fronte dell’accoglienza, che su quello della linea dura.
Si viene così a sapere che il nostro Paese ha collezionato dalla fine degli anni Settanta a oggi ben 12 sanatorie, regolarizzando 1 milione e 800mila immigrati.
Un record? No, rapportate alla popolazione italiana, le nostre sanatorie hanno avuto proporzioni inferiori a quelle della Spagna, Portogallo e Grecia e paragonabili a quelle realizzate in Francia e Austria negli anni in cui questi Paesi erano le destinazioni principali delle emigrazioni di massa.
Sul fronte opposto, si scopre come l’aver prolungato (nel luglio 2011) la durata massima di permanenza nei Cie a 18 mesi non rappresenta un’anomalia in Europa, visto che in molti Stati (in testa Gran Bretagna e Svezia) la durata prevista è illimitata. Insomma in materia d’immigrazione, pare che nessun Paese possa dare lezione agli altri.
Ma quello che più emerge dalla ricerca del Mulino è l’inefficacia della macchina italiana dei controlli. Frenano le espulsioni: il loro numero cresce infatti ininterrottamente fino al 2002 (superando quota 44mila), per poi calare e raggiungere poco più di 10 mila casi all’anno.
Oggi in Italia solo il 28% dei rintracciati in posizione irregolare viene espulso, contro il 49% del 2003.
Un calo dovuto in parte alla sentenza del 2004 della Corte costituzionale, che ha sbarrato la strada ai rimpatri senza un preventivo controllo da parte di un magistrato.
A inceppare la macchina repressiva è anche il nuovo reato di clandestinità .
All’elevato numero di denunce (quasi 20mila da agosto 2009 ad aprile 2010), non corrisponde infatti un numero altrettanto elevato di espulsioni.
Finora solo un denunciato su cinque ha ricevuto la sanzione dell’espulsione, ma per alcune nazionalità la quota scende ulteriormente.
È il caso dei cinesi, ucraini, egiziani, pakistani, ghanesi, ivoriani, per i quali al massimo il 15% dei denunciati ha ricevuto l’ordine di espulsione.
“L’introduzione di questo reato – scrive Asher Colombo – rischia di ingolfare le procure e non ha raggiunto uno degli obiettivi principali che si prefiggeva, quello di accrescere l’efficacia delle espulsioni”.
Infine i Cie: chi viene rinchiuso raramente torna in patria.
Nel 2009, quando le espulsioni effettive sono state pari al 38% dei trattenuti, si è raggiunto il livello più basso degli ultimi sei anni. Non solo.
I Centri fanno selezione: entrano con più probabilità gli immigrati irregolari facilmente espellibili perchè provenienti da Paesi con i quali esistono accordi di rimpatrio di buona qualità . Non solo.
C’è anche una lunga lista d’attesa: il numero di domande di trattenimento di irregolari presentate dalle questure che non hanno Cie sul proprio territorio è di gran lunga superiore ai posti disponibili.
Dal 2003 a oggi la quota di richieste non evase è stata non solo superiore alla metà , ma pari a tre quarti.
Si capisce allora perchè l’espulsione in Italia è diventata una sorta di roulette.
(da “la Repubblica“)
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