CON SALVINI NESSUN AUMENTO DEI RIMPATRI: LE BALLE SI SCONTRANO CON LA REALTA’
DOPO TANTI ANNUNCI SI E’ ACCORTO CHE “CI VORRANNO 50 ANNI”
Vi ricordate? Era la prima delle sue promesse elettorali.
«Ci sono mezzo milione di irregolari in Italia. Con le dovute maniere vanno allontanati tutti. Altrimenti si alimenta la confusione».
Così parlava Matteo Salvini da candidato. Il ministro dell’Interno invece si è reso conto, a sue spese, che fare quello che si promette è piuttosto difficile quando quello che prometti non dipende soltanto dalla tua volontà .
Racconta oggi Francesco Grignetti sulla Stampa che espellere 7000 persone l’anno non è difficile: è impossibile
Per incrementare i voli di rimpatrio, nelle settimane scorse il ministro aveva annunciato di avere spostato molti fondi: almeno 50 milioni di euro, recuperati da altre voci di bilancio.
E 42 milioni di euro andranno ai rimpatri assistititi, che sono quella modalità su base volontaria per cui l’immigrato decide di tornare a casa ma con un piccolo fondo con cui avviare una propria attività economica.
Il punto più bello dell’articolo è però quando Salvini durante un’audizione in Senato si accorge che i voli di linea non sono adatti al suo piano e non c’è un altro modo per effettuare i rimpatri:
Nella medesima audizione, Salvini ha sbuffato diverse volte sul tema. Quando ha spiegato, ad esempio, che sono soltanto 4 gli accordi di riammissione che ha trovato operanti al ministero. «Ma solo la Tunisia accetta i charter. Gli altri Paesi ci impongono i voli di linea. E con 3 rimpatri a settimana, ci vorranno anni….».
Lo aveva detto più o meno negli stessi termini qualche giorno prima a Innsbruck, a margine di una riunione dei ministri dell’Interno: «Negli ultimi anni sono arrivati dalla Nigeria 60mila migranti, nella stragrande maggioranza dei casi non-profughi e siamo riusciti ad espellerne 700. Quindi voi capite che l’Italia ha un pregresso di 500mila clandestini e se non riusciamo ad espellerne più di 10mila l’anno ci mettiamo cinquanta anni a recuperare il passato».
Buongiorno, principessa!
(da “NextQuotidiano”)
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