CONVENTION DI ORVIETO EX AN: NON C’E’ INTESA TRA TROMBONI E TROMBATI, EMERGE LA LINEA DEL PIFFERO E LA GRAN CASSA DELLA FONDAZIONE
UN MANIFESTO DI INTELLETTUALI CON L’ARTROSI, AUTOCRITICHE GENERICHE, LE SORELLE D’ITALIA PRIME DELLA CLASSE… NELL’ORCHESTRA DELLO “ZERO VIRGOLA” I SOLISTI SUONANO PER SE’ MENTRE IL TITANIC AFFONDA… MENIA COME SCHETTINO: “DI FRONTE AL DISASTRO CHE ABBIAMO COMBINATO, NON VOGLIO CHE LA MIA VITA FINISCA COSI'”… TUTTI SPERANO DI APPRODARE ALL’ISOLA DEL TESORETTO DI AN
Alla fine si sono rivisti (quasi) tutti: nella cornice di Orvieto gli “sfascisti” della Destra italiana si sono infatti dati appuntamento per la Convention dei trombati e dei tromboni.
C’era in sala più gente che ha perso le elezioni che alla biglietteria della stazione Termini .
Tutti a invocare i tempi belli, che poi sarebbero quelli di An, quando si prendeva il 12% senza fare congressi, senza dibattiti interni, con Fini che portava voti e i colonnelli che gestivano la caserma e fissavano le razioni del rancio per i marmittoni.
Dopo essere stati a servire in livrea a palazzo Grazioli per anni, di fronte al cambio di servitù che si prospetta con il ritorno a Forza Italia, l’unica prospettiva di sopravvivenza per molti pare diventato quello di rilevare un ristorante dal nome conosciuto e con un fondo cassa sostanzioso.
Nulla di meglio che far stilare il menù a qualche intellettuale organico esperto in valori economici, prelevati dalle redazioni del Cavaliere o dai giardinetti dei pensionati, e invitare tanti solisti reduci chi dai fischi della platea dei militanti chi da fiaschi elettorali che avrebbero ucciso un toro.
Gli “zero virgola”, miracolati negli anni da Fini, dopo aver compiuto il parricidio in tempi diversi, risalgono sul palco degli illusionisti in nome dell’unità della destra.
Quella che proprio loro hanno affossato negli anni con scelte suicide e per mere ambizioni personali.
Tutti a parole disposti a fare un passo indietro, ma tutti col pensiero rivolto alle Europee del 2014: dove loro non si ricandiderebbero, come no…ci crediamo tutti.
Ma neanche il revival anni ’90 ha successo, c’è chi vuole fare il prezioso, come il complessino “sorelle d’italia” che avendo venduto qualche disco in più non vuole mollare lo spartito.
E gli altri solisti di Orvieto ci rimangono male perchè vorrebbero partecipare anche loro agli utili della nuova casa discografica.
Alla fine sembra di essere sul Titanic di una destra “minata” da tempo da Silvio che ha piazzato le cariche nei posti giusti.
I solisti dell’orchestra suonano ciascuno uno spartito diverso, mentre la nave affonda e gli elettori hanno abbandonato la sala da tempo.
Non resta che il drammatico appello del comandante Menia, novello Schettino, esperto in manovre sbagliate: “Dopo il disastro che ho combinato, non voglio che la mia vita finisca così”.
In fondo tutti volevano raggiungere l’isola del tesoretto di An, non certo schiantarsi contro uno scoglio sottocosta.
Se avete un salvagente a portata di mano, non fatevi prendere dal solito vostro buoncuore: potrete sempre dire che era sgonfio o bucato.
Quando per anni avevate denunciato che la nave era piena di falle tappullate, loro stavano a ingozzarsi facendo finta di nulla e ignorando i vostri appelli.
Solo una barca di nuovi, umili e onesti marinai potrà riprendere la navigazione verso la giusta rotta.
La destra italiana non si ricostruisce con i taroccatori della bussola.
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