COSI’ I TROLL DI PUTIN ATTACCARONO MATTARELLA DOPO IL NO A SAVONA
IN UNA NOTTE MIGLIAIA DI PROFILI TWITTER BOMBARDARONO LA RETE CON LA STESSA PAROLA D’ORDINE: : #MATTARELLA DIMETTITI… I SOVRANISTI SONO AL SERVIZIO DI PUTIN
Ci sarebbero le ‘firme’ del Russiagate dietro gli attacchi lanciati via web contro Mattarella nella notte fra il 27 e 28 maggio scorso, subito dopo il no del capo dello Stato alla designazione di Paolo Savona alla carica di ministro dell’Economia.
È quanto rivela il Corriere della Sera in apertura di prima pagina.
Il quotidiano di Via Solferino ricorda come quella notte migliaia di profili Twitter cominciarono improvvisamente a bombardare la Rete con la stessa parola d’ordine: #MattarellaDimettiti, dopo che Luigi Di Maio aveva appena chiesto la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica.
Oggi il Corriere rivela: “in quel momento un dettaglio sfuggiva a tutti: almeno una ventina di profili Twitter coinvolti nella campagna digitale contro il capo dello Stato avevano una storia controversa. Probabilmente anche più di venti. Nel passato recente quei profili su Twitter, che appartengono a italiani del tutto ignari, erano stati usati una o più volte dalla Internet Research Agency (Ira) di San Pietroburgo per far filtrare nel nostro Paese la propria propaganda a favore dei partiti populisti, dei sovranisti e degli anti-europei.
Gli stessi account – prosegue il Corriere – che fino a poco più di un anno prima erano stati rilanciati, fatti balzare e a volte sollecitati a intervenire sulla rete da parte di agenti russi sotto copertura, adesso stavano attaccando Mattarella”.
La rivelazione su Mattarella va ad aggiungersi a quanto scoperto ieri da Fivethirtyeight, che ha condiviso nove file csv contenenti circa tre milioni di interventi su Twitter. Gli autori sono profili fortemente sospettati dal procuratore speciale Robert Mueller di appartenere a operatori russi.Come scrive Fivethirtyeight.com, la fabbrica di troll russa — cioè la Internet Research Agency — avrebbe 400 impiegati e, da San Pietroburgo, avrebbe dato vita a “una sofisticata e coordinata campagna per seminare disinformazione e discordia nella politica americana”.
Gli investigatori di Washington hanno constatato che una parte del materiale è in italiano.
Nello specifico non sono contenuti originali direttamente immessi nel circuito del dibattito politico nel nostro Paese. Piuttosto, i profili della fabbrica russa “rilanciano con una serie di retweet altri profili noti per essere al centro della conversazione sul social network degli ambienti simpatizzanti con le forze populiste in Italia”.
(da Globalist)
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