CROTONE, REDDITO DI CITTADINANZA AI BOSS DELLA ‘NDRANGHETA, SEQUESTRI PER OLTRE 100.000 EURO
BOSS, LUOGOTENENTI E FAMIGLIE FORNIVANO DATI FALSI… C’E’ ANCHE IL CAPOCLAN DI SAN LORENZO DI CUTRO
Boss e affiliati per i tribunali, indigenti da sostenere con il reddito di cittadinanza e avviare al lavoro per l’Inps. Fra i furbetti dei sussidi statali individuata dalla Guardia di Finanza di Crotone, c’era anche il boss di san Leonardo di Cutro, Alfonso Mannolo, arrestato nel 2019 come elemento di vertice del clan e accusato di associazione mafiosa, traffico di droga, riciclaggio, estorsione e usura.
Ma in barba alle norme che escludono dai beneficiari del reddito di cittadinanza non solo condannati, imputati e detenuti per associazione mafiosa, ma anche i loro familiari, insieme al boss — hanno scoperto gli investigatori – hanno chiesto e ottenuto il sussidio i parenti di sette luogotenenti e affiliati arrestati insieme a lui nell’operazione “Malapianta”.
È bastato dimenticare di riportare il dato sull’autocertificazione depositata insieme all’istanza. Risultato, alla collettività sono stati sottratti 92mila euro finiti nelle tasche di boss e affiliati che di quegli aiuti non avevano alcun bisogno, come dimostrano – fa notare la finanza – i beni di lusso, auto di grido, immobili e conti correnti sequestrati negli anni.
A Cirò Marina, stesso giochetto lo ha fatto un uomo finito ai domiciliari nel corso dell’operazione antimafia “Stige”, che in questo modo ha intascato oltre 9.500 euro di reddito di cittadinanza.
E non sono stati gli unici a barare su condizioni e requisiti. Nel corso dell’indagine, i finanzieri hanno individuato 17 percettori di reddito di cittadinanza al contempo titolari di partite iva attive, dunque imprenditori a tutti gli effetti, operanti in diversi settori economici, dalla ristorazione alla vendita di calzature, dall’edilizia all’agricoltura, dalla produzione di infissi alla gestione di stabilimenti, passando per l’allevamento. Tra loro ci sono anche un avvocato, che — al pari degli altri — non si è mai disturbato a presentare una dichiarazione dei redditi e due persone da anni stabilmente in Germania, ma sulla carta di stanza a Crotone, che sono riuscite a sottrarre alle casse dello Stato 15mila euro di sussidi.
In più fra i beneficiari del reddito, c’era anche chi ha sempre continuato a lavorare a nero pur percependo regolarmente il sussidio.
Tra loro c’era anche Gaetano Santoro, già condannato, con sentenza passata in giudicato il 11.12.2018, per associazione a delinquere di stampo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione condotta nei confronti della ‘ndrangheta crotonese denominata “Heracles”.
Tutti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Crotone che ha incaricato la Guardia di Finanza di svolgere, nei confronti dei responsabili, anche gli accertamenti patrimoniali necessari per eventuali ulteriori e successivi sequestri.
(da agenzie)
Leave a Reply