DA CALDEROLI A SALVINI: LA LEGA E LA MALEDIZIONE DEL VOODOO
MALEDIZIONE LANCIATA A SALVINI? QUANDO CALDEROLI SI DISSE VITTIMA DI MAGIA NERA
Che non finisse lì, lo si poteva ben immaginare.
La ragazza trentenne Auriane Fatuma Bindela, strappando il crocefisso al leader della Lega al grido di “io ti maledico”, è stata additata come “fuori di testa”. Ma dietro il suo gesto qualcuno vuole vederci qualcosa di più oscuro.
Secondo Il Giornale il gesto di violenza potrebbe esser letto anche sotto una chiave diversa, quella della magia nera. Più precisamente: di un rito vodoo. Sì, di nuovo.
La mente corre immediatamente a qualche anno fa quando un altro esponente leghista, Roberto Calderoli sostenne di essere vittima di una macumba.
Era il 2013, il tempo in cui la la Lega non aveva ancora nascosto il Nord dal suo nome e a Palazzo Chigi presiedeva Enrico Letta. Durante la festa della Lega (Nord) a Treviglio, Calderoli si rivolse all’allora ministro per l’integrazione, Cècile Kyenge, di origini congolesi, paragonandola a un “orango”.
La giustizia fece il suo corso, condannando in primo grado a un anno e sei mesi Calderoli, al quale fu riconosciuta l’aggravante razzista. Ma anche la giustizia “divina” si prese la sua rivincita.
Secondo la cronaca leghista, il padre della Kyenge dal suo villaggio africano avrebbe fatto un rito contro il leghista e da quel momento seguirono diverse disgrazie per Calderoli, da lui stesse confermate: poco tempo dopo sua madre morì, una brutta caduta in casa gli procurò la rottura di una vertebra e la frattura di due dita e, come non bastasse, si ritrovò un grosso serpente in casa.
O per spavento o per superstizione, il risultato fu che Calderoli chiese scusa alla Kyenge ritrattando sull’aggettivo razzista: “Non volevo, era uno scherzo”. La Lega (Nord) sembrerebbe, dunque, conoscere bene cosa voglia dire essere toccati dalla magia nera.
Morale della favola: non è sufficiente ridurre il tutto a un condannabile gesto di un singolo quando c’è di mezzo la possibilità di continuare a alimentare i discorsi strampalati, anche travisando un’ingiuria per una maledizione vera e propria.
Bisogna essere pronti a ritrovare la causa di un futuro prurito alla testa in qualche macumba.
Per questo non poteva finire lì.
(da “Huffingtonpost”)
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