“DACCI POSTI IN LISTA”: ALFANO E CASINI AL TAVOLO CON RENZI
“VOGLIAMO UNA QUOTA DEI SEGGI PD”… SI PARLA DI 15-25 POSTI GARANTITI, MA GLI ESCLUSI DIVENTANO UNA MINA VAGANTE
Al momento di annunciare la sua uscita da Ncd, due giorni fa, Nunzia De Girolamo l’ha detto apertamente: “Se si votasse domani, Alfano si candiderebbe nel centrosinistra”.
Sembrava quasi una boutade dell’ex ministro in procinto di tornare in Forza Italia.
E invece la trattativa è in corso, da settimane. Con tanto di incontri. E sarebbe anche a buon punto.
Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini, infatti, si sarebbero visti almeno tre volte con Matteo Renzi per discutere quanti posti il Pd è disposto a lasciare alla Camera a esponenti di Area popolare in caso di elezioni.
Quindici, al momento, sono i seggi che il premier è disposto a cedere all’interno del listone democratico.
Posti sicuri in cui rientrerebbero gli stessi Alfano e Casini, Lorenzin, Quagliariello, Galletti, Cesa, Gioacchino Alfano, Dorina Bianchi, Castiglione e Rosanna Scopelliti (molto stimata dal premier).
Più pochi altri, tutti della corrente governativa.
Come gli ex socialisti Cicchitto e Pizzolante, che però vorrebbero “cancellare tutte le sigle di Area popolare per dare vita a un nuovo partito moderato e liberale alleato del Pd renziano”, spiega Pizzolante.
“L’unica strada è l’alleanza con Renzi, il resto sarebbe da irresponsabili”, dice Cicchitto.
Tornando alla trattativa, Alfano è convinto di strappare almeno dieci posti in più nel listone di quello che potrebbe diventare il “partito della nazione”.
Ma i sussurri di questi incontri hanno fatto esplodere il malcontento degli esclusi (69 sono i parlamentari di Ap), che non ci stanno a essere tagliati fuori.
Così molti di loro stanno tornando a guardare Berlusconi come ancora di salvezza. Chi non c’è, infatti, minaccia scintille: non solo di andarsene ma, soprattutto, di non votare più le riforme del governo in Senato. Questa è la vera arma a loro disposizione. E, se così fosse, per Renzi sarebbero guai.
Nell’Ncd, del resto, ,da tempo i rapporti tra filo renziani e gli altri sono ai minimi termini.
Renato Schifani, per esempio, che abbia o no incontrato l’ex Cavaliere in Sardegna, ormai gioca una partita a sè, con lo sguardo rivolto ad Arcore.
Tanto da rompere anche con chi veniva considerato a lui vicino. Come la senatrice palermitana Simona Vicari.
Che, come il resto della truppa siciliana, è entrata a pieno titolo tra i filorenziani.
Si dice addirittura che Vicari non gli risponda nemmeno più al telefono.
E comunque, nonostante sia il capogruppo, Schifani da tempo non controlla più i suoi senatori.
Gianluca Roselli
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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