MASSACRATO A COLPI DI BASTONE DOPO RAPINA IN VILLA, MA GLI ASSASSINI ERANO ITALIANI, NON VALE
A CATANIA EFFERATA AGGRESSIONE A COPPIA DI ANZIANI PER 400 EURO
“Vi ho riconosciuti, vi ho riconosciuti…”: questa frase potrebbe spiegare l’efferatezza dei due banditi col volto travisato e con i guanti in lattice che hanno ucciso Alfio Longo, 67 anni, elettricista in pensione, colpito a morte con un grosso tronco la scorsa notte nel suo letto dopo essere stato legato mano e piedi.
La rapina in villa, una casetta a due elevazioni di contrada Crocefisso a Biancavilla, forse era stata immaginata diversamente dai due malviventi entrati in azione senza armi: poi però la paura di essere stati riconosciuti forse ha fatto il resto.
L’assalto alle due della notte. I rapinatori entrano dal retro della casa forzando una porta. I tre cani che la coppia possedeva, uno dei quali era dentro casa, non abbaiano.
In camera da letto ci sono Alfio Longo e sua Moglie Enza Ingrassia. Stanno dormendo, ma qualcosa sveglia l’uomo che si imbatte contro i due. Nasce una prima colluttazione. Longo grida e pronuncia quella frase “Vi ho riconosciuti, vi conviene andare via: vi ho riconosciuti…”.
A questo punto i due costringono la moglie a legare il marito a letto poi lo colpiscono più volte alla testa con un grosso tralcio di vite che trovano appena fuori l’uscio.
Alfio Longo perde i sensi e in pochi minuti muore in un bagno di sangue. I due non contenti colpiscono la donna e la legano ad un divano nel soggiorno.
Non prima di fare razzia di tutto quello che di prezioso trovano in villa, 400 euro e alcuni monili d’oro. Poi svaniscono nel buio del mattino.
Alle cinque, la donna ancora sotto choc riesce a liberarsi a chiedere aiuto al vicino di casa che chiama i carabinieri. Iniziano le investigazioni in cerca del minimo dettaglio.
Per tutta la mattina la signora Enza viene interrogata, decine di volte ripete le tragiche fasi da arancia meccanica costretta a subire per tutta la notte, riferisce che i due avevano un accento tipico della zona.
Ricorda infine che un paio di anni fa, quando assieme al marito si era stabilita in questa zona di villeggiatura dopo avere venduto casa a Biancavilla, fu vittima di un altro furto, ma quella volta lei e suo marito non erano in casa.
A mezzogiorno da Messina arrivano gli investigatori del reparto speciale investigazioni scientifiche a caccia anche di un di un solo indizio che possa tradire i due balordi.
A Biancavilla e in tutto il comprensorio intanto è caccia all’uomo.
Una decina di parenti e amici di Alfio Longo ed Enza Ingrassia sono davanti alla villetta, increduli ed affranti sono seduti vicino al cancello di ingresso, parlano tra loro ma non con i cronisti: “Non è il momento delle parole, ma della sofferenza”, dice uno di loro allontanando i giornalisti chiedendo loro di non insistere.
“Non ci posso ancora credere, siamo sconvolti, una cosa incredibile”. Così un cognato di Alfio Longo. “Ci hanno detto che c’è stata una rapina – aggiunge – e che lui ha reagito e gli hanno rotto la testa. Un atto terribile. Vogliamo sapere cosa è accaduto e chiediamo che sia fatta giustizia”.
“E’ stata una scena orribile, la moglie ha chiesto aiuto e noi siamo entrati nella villetta e abbiamo visto il corpo sul letto: una scena che non si dimentica”.
Così Giuseppe Amato, uno dei tre vicini che poco prima delle 5 di stamattina è entrato nella villetta di Alfio Longo allertato dalle urla della moglie della vittima, Enza Ingrassia. “Lei piangeva – aggiunge – e parlava di una rapina. Abbiamo chiamato il 112 e non abbiamo toccato nulla”.
“Città colpita al cuore, convocato il comitato di sicurezza”. Il prefetto di Catania ha convocato una riunione urgente del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, dopo l’omicidio del pensionato.
Lo rende noto il sindaco del paese, Giuseppe Glorioso. “La nostra città – afferma Glorioso – è stata colpita al cuore. Un atto di efferata violenza che Biancavilla condanna con fermezza. Ho già espresso il cordoglio e la vicinanza della comunità alla moglie della vittima. Siamo increduli, ma confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine. Già pomeriggio, alle 17, è convocato il comitato per l’ordine e la sicurezza, a Catania”
Natale Bruno
(da “La Repubblica”)
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