DAGLI ULTIMATUM AL “ME LO SEGNO”: SALVINI SI E’ ACCORTO CHE NON CONTA UNA MAZZA
COPRIFUOCO E RIAPERTURE AVVENGONO SECONDO IL CALENDARIO FISSATO DA DRAGHI E DAGLI SCIENZIATI
Fa quasi tenerezza Matteo Salvini. Ad un interlocutore che gli ha chiesto a Milano quando si potranno togliere le mascherine, ha risposto: “Spero di poter togliere il prima possibile le mascherine. Intanto mi segno le riaperture che stiamo ottenendo”. Aggiungendo: “Al chiuso sì, ma per me all’aperto si potrebbe già a giugno pensare di toglierla”.
Come un salmone che risale faticosamente il suo mar dei Sargassi (quelle cose che ti restano dalla scuola di un tempo frettolosamente relegata a nozionistica, quella in cui ti insegnavano la geografia e le capitali di tutto il mondo e dove fossero) il leader leghista, che una volte tuonava, indicava obiettivi e dava ultimatum ai premier di turno, adesso si è acconciato ad un pio, “me lo segno”.
Sulle mascherine il presidente del Consiglio ha parlato di almeno due mesi, invitando alla prudenza. E le riaperture non le ha ottenute Salvini, ha atteso un tempo definito altrove, anche se oggi se lo segna, come un punto preso fuori casa con la capolista.
Draghi lo ha spinto a miti consigli. Lo ha indotto a seguire invece di inseguire. Non indica più date, ore, giorni del destino.
Salvini ha perso la battaglia del coprifuoco e delle riaperture, andando fuorigiri davanti al passo autonomo del premier
Adesso, non prendendoci più e dovendo constatare di aver perso nel felpato braccio di ferro impostogli dal premier si fa un quadernino di auspici, in attesa di decisioni prese nella stanza dei bottoni di palazzo Chigi, in cui entra, ma non tocca palla.
A cui, resta, tra le altre cose, insistere su Draghi al Quirinale tra otto mesi, per illudersi di riprendere in mano il pallino e tornare a dare diktat sulla data delle elezioni.
Intanto, come ha detto, se lo segna.
(da Huffingtonpost)
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