A FOGGIA IL SINDACO LEGHISTA CHIEDEVA MAZZETTE PER GLI APPALTI
I SOVRANISTI NELLE CARCERI BATTONO TUTTI I SONDAGGI: TRE CONSIGLIERI COMUNALI ARRESTATI MA “CI SONO ALTRI CONSIGLIERI ANCORA A PIEDE LIBERO”
Sembra proprio che per sbloccare appalti fermi al palo da anni, a Foggia l’unica soluzione fosse quella di sganciare una mazzetta e godersi il risultato.
Questo almeno è quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Foggia, guidata dal procuratore Ludovico Vaccaro, con cui è finito ai domiciliari il sindaco dimissionario della Lega, Franco Landella, a cui sono contestati i reati di corruzione e tentata concussione.
Uno scandalo che coinvolge anche la dipendente comunale nonché moglie di Landella, Daniela Di Donna, per la quale è stata disposta l’interdizione per 10 mesi dai pubblici uffici, e sono finiti ai domiciliari i consiglieri di maggioranza, Dario Iacovangelo, Antonio Capotosto e l’ex presidente forzista del Consiglio comunale Leonardo Iaccarino.
Proprio quest’ultimo, noto alle cronache per aver esploso alcuni colpi di pistola dal balcone di casa a Capodanno, era stato già arrestato il 30 aprile scorso nell’ambito di un altro procedimento dove i pm gli contestano la corruzione, la tentata induzione indebita e il peculato.
Stando a quanto accertato dagli inquirenti in questo inedito troncone d’inchiesta, il primo cittadino leghista avrebbe incontrato un agente della società “Gi-One”, in quanto interessata all’aggiudicazione di un appalto, da 53 milioni di euro, per i lavori di riqualificazione e adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione a Foggia.
Una gara che la città attende dal 2016 ma che è sempre rimasta bloccata. Così, per smuovere le acque, Landella chiede una mazzetta da 500 mila euro, poi ridotta a 300 mila, facendo percepire all’imprenditore che bisognava agire subito.
Peccato per lui che l’uomo non solo non sgancia il denaro, ma registra le richieste e denuncia tutto in Procura.
Ma al primo cittadino viene contestato anche un episodio di corruzione relativo a una tangente da 32mila euro, ricevuta dall’imprenditore edile Paolo Tonti. In cambio del voto favorevole alla deliberazione per la proroga del programma di riqualificazione urbana a cui era interessata l’azienda di Tonti. Denaro che, come accertato dai pm, è stato consegnato alla moglie del sindaco.
Uno tsunami giudiziario che imbarazza il centrodestra e che sembra destinato a regalare ulteriori colpi di scena.
Da giorni, infatti, l’ex presidente del consiglio comunale Iaccarino sta vuotando il sacco coi magistrati e per questo il procuratore Vaccaro ha detto che “le indagini sono ancora in corso” e che l’inchiesta che ha travolto Landella oltre a intercettazioni e pedinamenti ha potuto contare proprio sulle rivelazioni di Iaccarino.
Che la vicenda sia tutt’altro che chiusa lo conferma il questore di Foggia, Paolo Sirna, secondo cui gli indagati “sono molti di più” perché “ci sono altri consiglieri comunali rimasti a piede libero”.
(da La Notizia)
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