DAL 10 MARZO VOTO CON LE IMPRONTE ANTI-PIANISTI: MAGGIORANZA A RISCHIO ALLA CAMERA
LA MISURA ANTI-ASSENTEISTI VOLUTA DA FINI ESPORRA’ IL PDL AL RISCHIO FREQUENTE DI SCIVOLONI… L’OPPOSIZIONE SARA’ PIU’ COMPATTA E IL GOVERNO NON HA SAPUTO RISOLVERE IL PROBLEMA DEI DOPPI INCARICHI
La scorsa settimana Silvio Berlusconi aveva invitato alcuni deputati a boicottare il nuovo sistema di voto alla Camera, basato sul riconoscimento delle impronte digitali.
Neanche immaginava che il primo disegno di legge governativo ad essere votato in quel modo sarebbe stato quello sulle intercettazioni.
Poi il suo invito a trasgredire alle nuove disposizioni è rientrato e i deputati hanno deciso di farsi prendere le impronte digitali.
Restava il nodo del calendario che prevedeva proprio in quei giorni il disegno di legge del ministro Alfano. Ora l’idea è di anticipare alcuni provvedimenti minori per consentire ai deputati di fare pratica con il nuovo meccanismo, molto complesso e quindi a rischio di errori e solo dopo passare all’esame di quello che è, e resta, un progetto di legge di importanza strategica per l’esecutivo.
Ma vi sono risvolti, nell’applicazione del nuovo sistema di votazione, di rilievo politico non indifferente che solo ora qualcuno comincia a valutare con preoccupazione.
Se una parte del centrodestra ha da sempre condotto una battaglia senza tregua contro i pianisti, gli assenteisti e i furbastri perennemente in missione, o i sottosegretari sempre “impegnati” altrove ( e noi siamo tra questi), è indubbio che ora i nodi stiano venendo al pettine.
Nonostante una maggioranza straripante alla Camera, grazie alle perenni assenze di troppi deputati del centrodestra, essa è andata sotto già 5-6 volte e non esiste quasi votazione che non sia a rischio. Talvolta il margine è di due-tre voti invece che 70.
Negli ultimi giorni il governo l’ha spuntata per 1 voto per ben due volte.
Cosa accadrà dal 9 marzo, data dell’entrata in vigore del nuovo sistema con le impronte?
Le opposizioni certamente obbligheranno i loro alla presenza tassativa e la maggioranza, a detta di molti, finirà sotto spesso.
Perchè il nodo mai risolto da Berlusconi è un altro: obbligare chi ha doppi incarichi ( ministri e sottosegretari che sono anche parlamentari) a lasciare libera la poltrona della Camera e far passare il primo dei non eletti, come intelligenza consiglierebbe.
Inutile rincorrere ministri impegnati, sottosegretari in perenne missione chissà dove e poi vedere sempre poltrone vuote di assenti spesso pure ingiustificati.
Chi è stato eletto ministro o sottosegretario si era impegnato con il premier a rinunciare alla seggiola parlamentare, ma una volta eletti “chi si è visto, si è visto”, tutti a tenersi la doppia remunerata poltrona.
E Silvio farebbe bene a occuparsi di questa vicenda scandalosa e squallida, prima che tanti provvedimenti vengano bocciati per inferiorità numerica.
Solo Frattini aveva mantenuto la parola data e si era dimesso, salvo poi revocare le dimissioni quando si era accorto di essere l’unico.
In realtà la motivazione non starebbe nel migliaio di euro in più che si perderebbe rinunciando a una carica delle due, ma alla garanzia della “immunità parlamentare” a detta di molti.
Comprendiamo che il concetto di “militanza politica” sia ormai sorpassato per molti, ma dovrebbe essere inserita, nel nuovo statuto del PdL, una vincolante norma in tal senso.
Quando si dà una parola la si mantiene, se non si vuol fare la figura dei “pezzari”, questo pensa l’elettorato di centrodestra.
La moralizzazione della vita pubblica passa da decisioni semplici ma irrinunciabili.
Non si va al governo per cercare i fannulloni solo tra i dipendenti pubblici, li si prende a calci nel culo soprattutto se allignano tra le proprie file in Parlamento.
Il governo dia l’esempio e chi non ci sta non sia più ripresentato: quando arriva nel proprio collegio elettorale la base dovrebbe accoglierlo a pomodorate.
Vedreste che diventerebbero tutti sempre presenti e a prova di vescica.
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