DI BATTISTA ATTACCA: “SULLA PRESCRIZIONE IL M5S SI E’ CALATO LE BRAGHE, MINISTRI PAVIDI E INCAPACI”
“MAI VISTA UNA DEBACLE SIMILE, L’ULTIMA SETTIMANA E’ STATO UN BAGNO DI SANGUE”
Il giorno dopo il sì sofferto del Cdm alla riforma della giustizia scende in campo Alessandro Di Battista. Che spara a zero su tutti: i ministri 5S definiti “incapaci, pavidi e inadeguati” e il Movimento stesso colpevole “di essersi calato le braghe sulla prescrizione”. La grana prescrizione. Che ha spaccato il M5S.
Prima Stefano Patuanelli e Anna Macina, ministro e sottosegretaria in via Arenula, che avevano annunciato l’astensione dei 5stelle, poi il no di Mario Draghi e, alla fine, in un Consiglio dei ministri dove tutti litigano con tutti, i grillini accettano di votare la riforma penale della Guardasigilli Marta Cartabia. La decisione divide il Movimento: da una parte contiani e bonafediani e dall’altra chi non vuole immolarsi sulla prescrizione dell’ex Guardasigilli.
“Non è vero che Draghi è grillino, sono certi grillini ad essere ormai irrimediabilmente diventati draghiani. Intimoriti o interessati, i ministri a 5 stelle hanno dato prova di incapacità politica, pavidità, accidia e inadeguatezza. Roba da chiedere scusa ai milioni di elettori che li hanno sostenuti, posto che molti di loro non gli rivolgerebbero più la parola – attacca Alessandro Di Battista nel suo editoriale sul giornale online Tpi.it – Il fallimento dell’ala governista del M5S – aggiunge – è un dato di fatto e solo chi è ‘interessato’ al governo o chi ormai ha la carta intestata ministeriale davanti agli occhi non riesce ad ammetterlo. Immagino che Cadorna si rese conto della disfatta di Caporetto così come i francesi travolti dall’astuzia militare del generale Giáp. I draghini a 5 stelle no. Negano l’innegabile, difendono l’indifendibile inimicandosi ogni giorno migliaia di iscritti che, ingenuamente, cinque mesi fa, credettero alla barzelletta del ‘controlliamo dall’interno'”.
Di Battista continua: “Mai vista una débâcle tale nella storia repubblicana. Una forza politica che, tre anni fa – sebbene pare sia passato un secolo – prese il 33% dei voti grazie a sacrosante istanze di cambiamento e che finisce a portare il caffè a chi un tempo diceva di voler spazzar via accontentandosi, in modo dozzinale, di mancette composte, oltretutto, da banconote false. Sì perché la litania dell’ “abbiamo ottenuto il massimo” è ormai stucchevole, ipocrita, inascoltabile”.
L’ex 5S attacca il nuovo Movimento, in cui dice di non riconoscersi da quando ha appoggiato la formazione del nuovo governo guidato da Mario Draghi.
“I genuflessi a 5 stelle – sottolinea ancora – hanno costretto chi vanta ancora una spina dorsale ad abbandonare l’amore di una vita. L’hanno fatto ingannando gli iscritti con un quesito truffaldino basato su un super-ministero alla transizione ecologica capeggiato da un uomo pro-Tav, pro-trivelle e pro-nucleare. L’hanno fatto facendo credere che la Lega sarebbe rimasta fuori dal governo. Invece il Carroccio signoreggia, così come l’ala renziana del Pd. L’hanno fatto facendo credere che il solo modo di difendere le conquiste contiane e pentastellate sarebbe stato entrare nella stanza dei bottoni, stanza dove altri pigiano mentre i ministri a 5 stelle fanno i bottoni. Se si rivotasse oggi, i No trionferebbero”.
“L’ultima settimana del M5S è stata un bagno di sangue”, prosegue l’ex 5S che non lesina – a dir poco – critiche ai suoi ex colleghi di partito. Elencando tutte le “sconfitte” pentastellate (dal salario minimo sparito dai radar, a Berlusconi proposto al Quirinale, fino al cash-back prima cancellato e poi sospeso, solo per citarne alcune), Di Battista concentra il suo attacco sulla questione della giustizia. Più in particolare sulla prescrizione.
“Ieri – scrive – un pezzo della riforma sulla prescrizione è finita nell’oblio. Oltretutto lo stop alla prescrizione era una norma voluta da tutto il Movimento, presentata in campagna elettorale nel 2018 e che è costata la testa del ministro Bonafede. E i governisti, al posto di difendere una conquista, si calano le braghe facendo credere a questo punto che tale riforma fosse un capriccio dell’ex Guardasigilli e non la linea politica scelta negli ultimi 10 anni. La prescrizione è di fatto tornata, per la gioia di chi ha denari e potere. Solo che si chiamerà ”improcedibilità’. L’impunità è tornata – denuncia -, così come il finanziamento pubblico ai giornali, così come i licenziamenti, così come la vendita di armi a paesi che sganciano missili sullo Yemen, così come i piccoli grandi condoni, così come il bombardamento mediatico a danno dei magistrati per bene, così come le mancette elettorali in legge di bilancio”.
“Mai – conclude – mi sarei immaginato di vedere i miei ex colleghi non solo sedersi di fianco a ministri berlusconiani ma votarci insieme una riforma della giustizia credendo, oltretutto, che le rimostranze di Forza Italia fossero un segnale di vittoria, quando sono solo la conferma che sanno fare le trattative meglio di loro. Urge una presa di posizione del gruppo parlamentare del Movimento, urge per dignità, per rispetto della Costituzione e anche per mera autoconservazione. Come pensano di prendere i voti tra due anni?”.
(da agenzie)
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