“DI COSA SI STUPISCE COPPI? I MAGISTRATI FANNO IL LORO DOVERE”
PER GLI AVVOCATI E’ UNA PRASSI NORMALISSIMA IN ATTO PRESSO TUTTE LE PROCURE
“Ma quale stupore? È normale che sia così, il giudice fa di tutto perchè il reato non venga prescritto, succede in tutti i tribunali d’Italia, è un obbligo d’ufficio”, si spazientisce l’avvocato Francesco Siciliano, del foro di Cosenza.
Uno dei tanti avvocati della penisola che ieri mattina, aprendo i giornali, si sono stupiti dello stupore che si è levato dai difensori di Berlusconi.
Anzi, diciamo pure che si sono sentiti presi in giro.
“Per me — spiega Siciliano, rappresentando lo stato d’animo della categoria — l’avvocato Coppi (il neo difensore di Berlusconi, ndr) è una specie di mito, sentirlo dire che è esterrefatto perchè la Cassazione fa di tutto per evitare la prescrizione di un reato mi fa impressione: non è nel suo costume, come se si fosse adeguatoai toni del cliente”.
“Ripeto: il giudice è tenuto a stringere i tempi per evitare la prescrizione, se fa altrimenti può incappare in un illecito disciplinare”, insiste Siciliano.
È capitato anche a lui, di recente.
Il suo cliente — in quel caso — era imputato per percosse e ingiurie, ovvero per aver offeso e picchiato la ex moglie.
Purtroppo, si tratta di reati all’ordine del giorno.
Come raccontano i dati e le statistiche giudiziarie.
Proprio per la sua ordinarietà —spiega Siciliano — il caso gli è tornato in mente leggendo dell’avvocato Coppi esterrefatto per l’accelerazione decisa dalla Cassazione sul caso Mediaset.
Anche i rteati di cui era accusato il suo cliente rischiavano di essere prescritti. I reati per cui il giudice di pace lo aveva condannato a pagare una multa di 516 euro e un risarcimento danni di mille euro, risalivano all’estate 2005. Sarebbero caduti in prescrizione il 3 febbraio 2013.
Ebbene,il 17 gennaio 2013 il giudice del Tribunale penale di Cosenza decide di confermare in appello la condanna.
Con i tempi normali, le motivazioni della sentenza sarebbero state depositate 15 giorni dopo.
E il reato sarebbe caduto in prescrizione.
Il giudice invece per evitare la prescrizione decise di depositare immediatamente le motivazioni. Nonostantei 40 procedimenti che aveva dovuto affrontare nella giornata.
“Una solerzia obbligata”,chiosa Siciliano: “I magistrati sono tenuti ad agire così, altrimenti la prescrizione diventerebbe un’ancora di salvataggio per tutti”.
Oddio, non che non lo sia. Nell’ultimo anno giudiziario, secondo i dati forniti dal primo presidente della Cassazione all’inizio del 2013, i processi finiti con la prescrizione del reato sono 128 mila.
Quindi, che qualche imputato ci speri fino all’ultimo, si capisce.
Ma addirittura stupirsi quando i magistrati fanno il loro dovere e fanno in modo che la sentenza venga decisa in tempo per evitare la prescrizione, è troppo.
Maria Grazia Gerina
(da “il Fatto Quotidiano“)
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