IL CORPO IN DISCARICA DI UN OPERAIO ROMENO IN NERO CADUTO DA UN’IMPALCATURA: I DUE “CIVILI” IMPRENDITORI ITALIANI LO AVEVANO BUTTATO TRA I RIFIUTI…E’ QUESTA L’ITALIA CHE QUALCUNO VORREBBE: NOI NO
DOPO QUATTRO ANNI IL TEST DEL DNA SVELA IL MISTERO DEL CADAVERE TROVATO NELL’ASTIGIANO… LA CULTURA DEL PROFITTO E DEL DISPREZZO DEL PIU’ DEBOLE GENERA MOSTRI
Era stato trovato morto quattro anni fa da due cacciatori di cinghiali in una discarica abusiva tra i boschi dell’Astigiano.
I carabinieri e il medico legale non erano riusciti ad attribuire un’identità a quell’uomo di corporatura esile, morto., si disse, per un trauma cranico.
Il volto era parzialmente irriconoscibile e nelle tasche di pantaloni e giacca non c’erano documenti.
Una vicenda che sembrava destinata ad essere archiviata.
La svolta circa un anno fa, quando il procuratore di Asti Giorgio Vitari e il pm Maria Vittoria Chiavazza hanno deciso di riaprire il quel vecchio caso.
I carabinieri hanno ricontrollato le denunce di scomparsa di tutto il Piemonte, individuando possibili collegamenti con la sparizione di un muratore romeno di 45 anni, Mihai Istoc, uscito di casa a Torino una mattina del giugno 2009 per andare a cercare lavoro nei cantieri.
Ultimo a vederlo il fratello, che aveva poi segnalato la scomparsa alle forze dell’ordine.
Il volto di Mihai, che in Romania aveva lasciato moglie e due figlie, aveva una forte somiglianza con quello ricostruito al computer dalla polizia scientifica sulla base delle analisi sulla salma.
Il test del Dna ha fornito la conferma.
I carabinieri hanno scandagliato tutti i contatti di Istoc, fino a giungere ad un altro manovale romeno.
Interrogato ha raccontato di aver trovato il connazionale morto in un cantiere edile di Venaria dove lavoravano entrambi per conto di un imprenditore della zona.
Mihai, assunto in nero, era precipitato da un’impalcatura senza protezioni mentre stava togliendo l’intonaco alla parete di una villetta da ristrutturare.
L’operaio aveva chiamato l’impresario, che sarebbe giunto rapidamente in cantiere insieme ad un altro artigiano edile.
Al romeno sarebbe stato impartito un ordine perentorio: «Per oggi vai a casa, ci occupiamo noi di tutto».
I due impresari avrebbero caricato il corpo su un’auto, andandolo ad abbandonare nei boschi di Montafia, non lontano da dove aveva vissuto uno dei due artigiani prima di trasferirsi nel Torinese.
Dieci giorni dopo, i cacciatori fecero la scoperta del corpo.
I due imprenditori, che hanno entrambi 50 anni, sono ora indagati per omicidio colposo, occultamento di cadavere e furto dei documenti e del cellulare della vittima. La procura ha chiesto al gip di fissare i tempi dell’incidente probatorio, così da «cristallizzare» le sue dichiarazioni.
Il «pentito» è assistito dall’avvocato Antonio Foti: «È un uomo perbene, incensurato, con due figli piccoli — spiega il legale — Quando i carabinieri gli hanno chiesto di dire la verità , lui non si è sottratto».
(da “La Stampa“)
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