DI MAIO HA PAURA DI UN PREINCARICO PER FICO CHE BRUCEREBBE LUI
I VERTICI M5S SPERANO NELLA CASELLATI PER GUADAGNARE TEMPO, DEMORALIZZATI DAL MUTAMENTO DI SALVINI
La paura che si bruci Luigi Di Maio attraverso Roberto Fico.
È questa l’inquietudine che vivono ora i vertici del Movimento 5 Stelle. Considerato lo “stallo”, parola pronunciata dal Capo dello Stato per illustrare l’attuazione situazione politica, i grillini si possono trovare di fronte a uno scenario che non avevano minimamente previsto.
Nell’urgenza di formare un nuovo governo data la delicatezza del momento internazionale, al netto del fatto che il dialogo tra il capo politico 5Stelle e quello della Lega Nord Matteo Salvini non ha fatto passi in avanti, il terrore che in queste ore si sta diffondendo a macchia d’olio tra i big del Movimento riguarda il fatto che Sergio Mattarella possa affidare un incarico esplorativo alla terza carica dello Stato.
In questo caso il ruolo che Roberto Fico andrebbe a ricoprire in Parlamento si tradurrebbe nella nascita, o quantomeno nella possibilità di far nascere un governo istituzionale con dentro il Pd essendo l’attuale presidente della Camera, l’anima più ortodossa del Movimento, l’unico che un tempo ha sfidato Di Maio, quindi la personalità più gradita a sinistra.
Nei fatti si parlerebbe di un governo istituzionale proprio ora che i dem potrebbero aprire a un governo di tutti.
E un esempio del genere arriva proprio da sinistra, quando venne affidato da Francesco Cossiga l’incarico esplorativo a Nilde Iotti, la prima donna ad andare così vicina al governo.
“Ma Fico non è Nilde Iotti… Per carità , e Nilde Iotti non è Fico”, dice a taccuini chiusi, un po’ spaventato dall’idea e un po’ ironico, un big pentastallato tra coloro che in questi mesi stanno studiando ogni singola mossa.
Per questo, per tutto il pomeriggio, molti parlamentari M5s filo-Di Maio si sono affannati ribadendo il “no” a un governissimo e a qualsiasi governo che non abbia come premier il capo politico grillino.
Capo politico che questa mattina si è preso una pausa in maniche di camicia e giacca, senza cravatta, per andare a visitare i padiglioni della Formula E. Qui non ha voluto parlare di politica. Più tardi invece ha avuto un lungo colloquio con Rosario Aitala, ex consigliere di Pietro Grasso per gli Affari esteri.
L’aspirante premier sa che la crisi siriana gioca un ruolo fondamentale nella formazione del nuovo governo e non può sbagliare alcuna mossa. A riguardo le posizioni divergenti rispetto alla Lega complicano tutto ancora di più.
Tra l’altro l’interlocuzione con Salvini per ora appare congelata. Sono le ore del grande freddo tra i due.
Giovedì il leader leghista, dopo aver parlato con Mattarella, aveva ipotizzato che domenica al Vinitaly, dove sia lui sia Di Maio saranno presenti, qualcosa forse si sarebbe smossa davanti a un bicchiere di vino. “Macchè, non è aria. Beviamo su che è meglio”, ride un pentastellato un po’ demoralizzato dagli ultimi fatti.
Le parole di Silvio Berlusconi dal Molise “non sta certo al signor Di Maio dire a Berlusconi quel che deve fare” sono state lette come un’ulteriore sfida ed è stato registrato anche che il leader della Lega stia continuando a parlare di centrodestra uniti più M5s.
“Come si fa? — sbotto un deputato — sono pieni di contraddizioni. Ieri doveva parlare Salvini e poi è intervenuto Berlusconi. La Meloni si è arrabbiata. Litigano su tutto. Non possiamo fare un governo con tutti loro, passeremmo il tempo a risolvere i loro problemi interni e non quelli degli italiani”.
La speranza dei 5Stelle è che venga dato un incarico esplorativo alla presidente del Senato Elisabetta Casellati. “È così che si fa, è la prassi. Non si può tirare in ballo Fico”, ragionano i pentastellati senza pensare però che un’escalation della guerra in Siria comporterebbe anche una soluzione più veloce e tra i due presidenti potrebbe avere più possibilità di trovare la quadra politica la terza carico dello Stato e non la seconda.
La carta Casellati dunque, sempre secondo le tante e talvolta contraddittorie riflessioni in corso, andrebbe a vuoto.
Se la presidente del Senato dovesse ricevere l’incarico esplorativo mercoledì o giovedì “sarà possibile superare le elezioni regionali del Molise, a metà della settimana successiva va al Quirinale con un nulla di fatto e quindi — spiega una fonte grillini – arriviamo facilmente al 30 aprile, giorno dopo delle elezioni in Friuli Venezia Giulia”. È questa la data che i 5Stelle hanno cerchiato in rosso sul calendario.
Data che viene vista come l’ultima speranza affinchè Salvini abbandoni Berlusconi: “Siamo fiduciosi che prima o poi lo mollerà “. Ma forse il “poi” potrebbe essere troppo tardi.
E con un incarico esplorativo a Roberto Fico, le contraddizioni interne ai 5Stelle, in questi mesi tenute sotto il tappeto, emergerebbero con tutta la loro forza.
E per Luigi Di Maio sarebbe come mettere la parola fine su Palazzo Chigi.
(da “Huffingtonpost”)
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