DISONOREVOLI: I DEPUTATI IN AULA SOLO PER TRE ORE AL GIORNO
LAVORI A RILENTO E CALENDARIO BLOCCATO DAI DECRETI E DALLE LEGGI DELEGA VARATE DAL GOVERNO…AL SENATO ANCHE PEGGIO: SI LAVORA IN AULA UN’ORA E MEZZA AL GIORNO…LA FIDUCIA CHIESTA GIA’ 18 VOLTE IN SOLI DUE ANNI E MEZZO, LO STESSO NUMERO DI QUELLE RICHIESTE NEI 5 ANNI DEL PRECEDENTE GOVERNO DI CENTRODESTRA
I lavori dell’aula procedono a rilento e il calendario è bloccato dai decreti e le leggi delega varate dal governo (sui quali mette la fiducia).
Ogni tanto, qualche ratifica di norme europee o accordi di cooperazione con voti all’unanimità .
Silvio Berlusconi non ha infatti i numeri per affrontare la battaglia in Parlamento: “Ci sono soltanto 50-60 persone che lavorano – ha detto il premier – tutti gli altri stanno lì a fare pettegolezzi. Non si può stare dietro a 200 emendamenti al giorno è uno spreco di energia e professionalità incredibile”.
Quindi le leggi del governo dovrebbero essere approvate così come sono, senza discussione.
In effetti, in questo caso, deputati e senatori non servirebbero, ma non saremmo in presenza di una democrazia.
A Montecitorio l’aula è stata riunita per 123 ore e 40 minuti dal 1° gennaio al 28 febbraio.
Ciò significa che dividendo le ore per i giorni lavorativi (dal lunedì al venerdì) dei primi due mesi dell’anno si ottiene una media di circa 3 ore lavorate al giorno.
A Palazzo Madama le cose vanno anche peggio. Il totale delle ore di seduta è di 69 e 57 minuti. Con una media di 1,7 ore al giorno.
Certo, nel frattempo lavorano le Commissioni.
Ma se le loro valutazioni non si riversano in aula c’è un problema istituzionale. Riscontrabile anche nell’uso dei decreti e nel ricordo alla fiducia.
In meno di 3 anni Berlusconi ha chiesto il voto di fiducia sui decreti già 18 volte, una in più di quelle in cui l’ha usato nei 5 anni in cui ha governato il paese tra il 2001 e il 2006.
E proprio il numero dei decreti utilizzati in questa legislatura sta per doppiare quelli della scorsa: 62 contro 31.
I disegni di legge approvati sono 208 contro i 686 del precedente governo Berlusconi e i 905 del primo esecutivo Prodi.
I voti di fiducia richiesti sui ddl d’iniziativa governativa sono 31 dal 2008 ad oggi, contro i 10 usati nel precedenti governo Berlusconi.
Ma per capire come lavora questa maggioranza c’è un altro dato chiarificatore.
I giorni necessari per approvare una legge d’iniziativa governativa sono in media 76, per quelle d’iniziativa parlamentare sono 259.
Nella scorsa legislatura i giorni necessari erano 120 nel primo caso e 183 nel secondo.
Sono stati presentati anche 2 provvedimenti al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, 15 dai cittadini e 34 dalle regioni, ma nessuno di questi è stato convertito in legge.
E allora di che cosa si è occupato il Parlamento negli ultimi mesi?
Per lo più diritto penale.
Secondo lo studio fatto da Openpolis le leggi sulla giustizia hanno occupato lo spazio di discussione per un tempo sei volte maggiore di quelle sulla disoccupazione, cinque volte maggiore di quelle sulla ricerca scientifica, più del doppio di quelle sull’evasione fiscale.
I disegni di legge presentati sull’argomento giustizia sono stati 323 alla Camera e 238 al Senato, quelli sui lavoratori precari 7 alla Camera e 7 al Senato.
I voti più importanti degli ultimi due mesi sono stati infatti quello sulla relazione sullo stato della giustizia in Italia (19 gennaio), la mozione di sfiducia al Ministro Bondi (26 gennaio), la negazione della competenza della Procura di Milano sul caso Ruby (3 febbraio) e l’approvazione del milleproroghe (16 febbraio Camera, 26 al Senato).
Negli ultimi due mesi il Governo è stato battuto una sola volta al Senato, su un emendamento presentato da Achille Serra sulla disciplina del condominio negli edifici. In tutta la legislatura la maggioranza è stata battuta 73 volte.
Nella relazione di Openpolis anche uno studio sulla produttività dei parlamentari: quelli che votano sempre alla Camera sono Remigio Ceroni (pdl) col 99,84% delle presenze in aula e Rosy Bindi (pd) col 99,79%. Mentre al Senato svettano Cristiano De Eccher (pdl) col 99,94% e Mandell Valli (lega nord) col 99,94%.
Bandiera nera per Niccolò Ghedini (pdl) con l’11,33% e Antonio Angelucci (pdl) col 15,78% alla Camera e per Burgaretta (espulso dal Mpa) col 7,23% e Alberto Tedesco (pd) con l’8,5% al Senato.
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