GIOVANARDI : “TAGLI ALLA FAMIGLIA, NON CI SONO RISORSE, INUTILE RESTARE: NON MI DIMETTO SOLO PERCHE’ NON C’E’ NULLA DA CUI DIMETTERSI”
IL SOTTOSEGRETARIO DENUNCIA: “ALTRO CHE TAGLI LINEARI, HANNO RIDOTTO IL FONDO PER LE FAMIGLIE DEL 90% IN TRE ANNI, NON SONO PIU’ IN GRADO DI ESERCITARE LA MIA DELEGA”…”NON SI PUO’ NEANCHE FARE PIU’ FRONTE ALLE SPESE OBBLIGATORIE PER LE ADOZIONI FAMILIARI”
I tagli firmati Tremonti continuano a scuotere il governo.
La rigida politica economica imposta dal ministro dell’Economia, provoca nuove tensioni all’interno dell’esecutivo.
Oggi la volta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi: “A fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega”.
Giovanardi precisa che “i 20 milioni che rimangono” al dipartimento della Famiglia “dovrebbero essere concordati con le Regioni. Non si può quindi far fronte alle spese obbligatorie, ad esempio per le adozioni familiari e per la legge sulla conciliazione casa-lavoro. E’ una situazione francamente insostenibile. Potrei dire polemicamente che non è vero che vengono fatti solo tagli lineari perchè sul fondo della famiglia siamo andati ben al di là “. Con questo taglio “che non posso accettare”, spiega Giovanardi “il dipartimento non sarà in grado di fare le azioni di coordinamento e promozione”.
È chiaro che in queste condizioni non sono in grado di esercitare la mia delega per la famiglia», ha concluso Giovanardi precisando che «non c’è il problema di dimissioni, perchè non c’è più nulla da cui dimettersi».
Lo strappo di Giovanardi si inserisce in un filone già tracciato.
Ovvero il malumore per “lo strapotere” di Tremonti.
Lo stesso Berlusconi, solo ieri, davanti alle proteste dei poliziotti per i tagli, si è difeso cercando di scaricare la responsabilità sul ministro.
Per non parlare della cultura e della protesta che sale ormai da tempo.
Ieri si è dimesso anche il presidente del consiglio superiore dei beni culturali, Andrea Carandini . La stessa scelta fatta dal suo predecessore Salvatore Settis.
C’è stato anche un incontro interlocutorio tra il premier e Scajola.
Con i giornalisti l’esponente Pdl so è limitato a commentare: “Riflettiamo”. L’ex ministro ha infine glissato sull’ipotesi di dar vita a gruppi parlamentari autonomi e non ha risposto alla domanda.
L’incontro è durato meno di un’ora.
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