ELIO VITO: “FORZA ITALIA? NON LO RICONOSCO PIU’. ERA UN PARTITO A FAVORE DEI DIRITTI CIVILI, OGGI SIAMO DIVENTATI OSCURANTISTI”
“A BERLUSCONI DICO CHE I DIRITTI NON SONO MAI DIVISIVI”… “NEL PARTITO CON IL VOTO SEGRETO CI SARANNO SORPRESE, NON SONO IL SOLO A FAVORE DEL DDL ZAN”
Elio Vito non è uno che le manda a dire. E lo ha dimostrato scagliandosi più volte contro il suo partito, Forza Italia, che, come denuncia lui stesso a Open, nei prossimi anni rischierà di sparire.
«Io non riconosco più Forza Italia ma non la lascio. Eravamo un movimento aperto, liberale, innovatore e a tutela dei diritti civili, oggi siamo chiusi e oscurantisti. Cosa farò alle prossime elezioni? Temo che Forza Italia nemmeno si presenterà. Mi pare che la dismissione del partito sia già cominciata», ci spiega.
Intanto «l’elettorato giovanile non si trova». A tal proposito proprio a Open l’ex compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, aveva denunciato che molti giovani, dopo le ultime uscite di Tajani (ma anche dello stesso Berlusconi), non voteranno più Forza Italia.
«Al Pride, ad esempio, ho visto tantissimi giovani». Gli stessi che, secondo Vito, con questo atteggiamento lasceranno per sempre il partito fondato da Silvio Berlusconi. «Avete visto quello che ha detto la consigliera di Forza Italia di Cesano Boscone? Che il Pride è un ritrovo di “schizoidi e disadatti“. Queste cose succedono in un partito liberale e nessuno prende provvedimenti? Questo linguaggio non ci appartiene e serve una presa di posizione ufficiale», continua. Elio Vito, tra l’altro, è uno dei pochi parlamentari di Forza Italia che ci sta mettendo la faccia nella battaglia a favore del ddl Zan. Contro tutto e tutti.
Intanto Forza Italia continua ad appoggiare il testo contro le discriminazioni di Licia Ronzulli (che, intervistata da Open, ha definito «un pasticcio» il ddl Zan) e, in Senato, sembra fare fronte comune con la Lega (e da oggi anche con Italia Viva) per affossare, o quanto meno rendere tortuoso il percorso di approvazione della legge contro l’omotransbifobia.
«La capogruppo Bernini al tavolo di qualche giorno fa si è portata con sé solo Malan e non Barbara Masini (pro ddl Zan, ndr), ad esempio. Così noi a favore della legge non siamo stati rappresentanti. Siamo stati esclusi, la Masini prima di tutto che è senatrice», aggiunge Vito.
Alla Camera hanno appoggiato il ddl Zan cinque deputati: «A parte me, ci sono anche Prestigiacomo, Polverini, Perego e Bartolozzi, al Senato forse sono in due. Sicuramente c’è la Masini».
Non si sa la Giammanco che, da quanto apprende Open, voterà il ddl Zan a patto che venga emendato. Non così com’è. «Ma qualora dovesse esserci il voto segreto, ci saranno delle sorprese», continua Vito.
In Forza Italia tanti potrebbero essere quelli favorevoli al ddl Zan ma che finora non si sono esposti per paura di andare contro il presidente Berlusconi o gli altri colleghi di partito.
A Berlusconi, che ha definito il ddl Zan un tema divisivo, «dico che il tema è urgente, i diritti non sono mai divisivi e sono tanti gli episodi di omofobia specialmente nell’ultimo periodo. Solo tre durante il Pride», tuona Elio Vito che non risparmia nemmeno la sua compagna di partito Ronzulli. «Non condivido il suo testo, non affronta i temi dell’identità di genere e della giornata contro l’omotransbifobia collocando, tra l’altro, le aggravanti al di fuori della legge Mancino», spiega.
Il vero banco di prova, comunque, sarà in Senato il 6 luglio quando tutti i partiti si rivedranno per discutere del ddl Zan e per mandarlo in aula il 13 luglio.
(da Open)
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