EUGENIA ROCCELLA CONTESTATA AGLI STATI GENERALI DELLA NATALITA’, LA MINISTRA NON RIESCE A PARLARE E SE NE VA
CORI CONTRO LA MINISTRA: “VERGOGNA, VERGOGNA”
La ministra della Famiglia Eugenia Roccella è stata contestata stamattina in apertura degli Stati Generali della Natalità, l’evento annuale promosso dalla Fondazione per la Natalità a Roma.
Nel momento in cui Roccella ha preso la parola per il suo indirizzo di saluto iniziale, in platea sono stati alzati dei cartelli a formare la scritta «Decido io» e sono partiti gli analoghi cori: «Sul mio corpo decido io» e «Vergogna, vergogna», ha urlato un gruppo di giovani. Roccella a quel punto si è alzata e ha provato a interloquire con i dimostranti: «Ma guardate che io sono d’accordo con voi, è proprio quello che diciamo. Le donne oggi non sempre decidono del proprio corpo, se vogliono fare figli».
La contestazione è proseguita. A quel punto il “padrone di casa” Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, ha dato la parola a una delle ragazze che protestavano.
La giovane, salita sul palco, ha letto un volantino con le rivendicazioni femministe: «Sui nostri corpi decidiamo noi. L’attuale governo decide di convocare questo convegno mentre nessuno del governo, in un anno, ha risposte alle nostre richieste. Non ci stiamo alla triade Dio-padre-famiglia». A dire il vero «l’evento e’ convocato da una Fondazione e non dal governo», ha precisato De Palo a quel punto. Quando la ragazza ha terminato di leggere il volantino ed è scesa dal palco, la ministra Roccella ha provato di nuovo a pronunciare il suo intervento ma a quel punto sono ripresi i cori «Vergogna, vergogna! dei giovani. La ministra a quel punto se n’è andata dall’Auditorium della Conciliazione dove si tiene l’evento in programma oggi e domani
Chi sono e cosa vogliono i contestatori
Dopo la contestazione i ragazzi e ragazze che hanno interrotto la ministra sono stati identificati dalla polizia e fatti uscire dalla sala convegni. Sono attivisti di collettivi studenteschi come “Collettivo Transfemminista, Assemblea Aracne e Collettivo Artemis. «Non siamo macchine per la riproduzione, ma corpi in lotta per la rivoluzione», è lo slogan stampato a caratteri cubitali sui loro volantini.
(da Open)
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