FEDERALISMO FISCALE: I MOTIVI PER CUI I COMUNI SI OPPONGONO ALLA PATACCA CENTRALISTA DI CALDEROLI
IL GOVERNO HA TAGLIATO IL 60% DELLE RISORSE AI COMUNI, ORA MANCANO 4 MILIARDI… IL DECRETO E’ SOLO UN’OPERAZIONE DI FACCIATA SU IMPUT CENTRALISTA: OGNI IMPOSTA LOCALE SLITTA AL 2014, NEL FRATTEMPO I BILANCI DEI COMUNI SONO A RISCHIO FALLIMENTO
I tagli si sono abbattuti su tutti gli enti locali, la nuova fiscalità municipale ne compenserà solo alcuni, e solo in parte.
Ecco perchè l’Anci, insieme alle opposizioni, ha chiesto “una pausa di riflessione” per la delega al federalismo fiscale, e perchè l’Anci giovane insiste sull’estensione della tassa di soggiorno a tutti i Comuni (attualmente la possibilità è data solo ai Comuni capoluogo di provincia).
Roberto Reggi, sindaco di Piacenza e vicepresidente Anci, riferendosi all’apertura del ministro Calderoli sul possibile accoglimento di alcune modifiche richieste dall’associazione al testo del decreto sul federalismo fiscale parla di “operazione di facciata”.
Cosa c’è dietro la facciata?
Secondo i calcoli della Voce.info le misure economiche varate nel 2010 hanno operato per gli enti locali tagli che riducono le risorse in media del 60%.
Un’operazione che suona molto più centralista che federalista.
Come vengono compensati questi tagli?
Per i Comuni in particolare è prevista la compartecipazione del 2% all’Irpef a partire dal 2014.
Ma fino al 2014?
La disciplina transitoria non rassicura i Comuni, anche perchè, insiste Reggi, da un lato “sembra di assistere al gioco delle tre carte con un testo che cambia continuamente”, dall’altro “di autonomia reale non ce ne restituiscono, ci propinano un meccanismo di perequazione complicatissimo e centralistico, oltre a toglierci risorse”.
Un esempio per tutti: l’Imu, l’imposta municipale unificata sulle seconde case, slitta al 2014, con un’aliquota che verrà decisa di anno in anno dal governo centrale attraverso la legge di stabilità .
Il che significa che gli enti locali non potranno preparare un bilancio di previsione finchè lo Stato non avrà definito l’aliquota.
“Sono due le questioni fondamentali — ha spiegato il presidente dell’Anci Chiamparino — una sull’assetto che dovrà avere l’imposta nel 2012: nel decreto si dice che l’aliquota che dovrà alimentare questo tributo verrà fissata di anno in anno dalla legge di stabilità . Ma se ogni anno si deve contrattare il dato dell’aliquota è evidente che il provvedimento non funziona.
Inoltre, il governo ha riproposto l’esenzione per gli edifici di culto e per quelli non a scopo di lucro.
Questo equivale a una quantità di risorse che mancheranno.
Chi le copre? I comuni?
Siamo già a 4 miliardi di euro in meno tra tagli e trasferimenti”.
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