FEDERALISMO, PIU’ TASSE PER TUTTI: IL TERZO POLO DICE NO
IL GOVERNO PUNTA SULL’OK DEI COMUNI CHE POI POTRANNO AUMENTARE LA PRESSIONE FISCALE LOCALE….IL TERZO POLO: “FARA’ AUMENTARE LE TASSE, E’ UN BLUFF DELLA LEGA, SE LO VOTINO DA SOLI”…”I SINDACI SARANNO I NUOVI GABELLIERI PER CONTO DELLO STATO”
Il Terzo Polo spara a palle incatenate contro il federalismo.
Dalle assise di Todi Casini, Rutelli, Lombardo non hanno usato mezzi termini e, in vista del voto sul filo del rasoio della prossima settimana, si preparano all’attacco.
«La Lega è preoccupata ma questo federalismo fa aumentare le tasse, non lo possiamo votare», ha detto il leader dell’Udc.
«E’ un bluff della Lega se lo votino da soli se ci riescono», ha aggiunto il segretario Lorenzo Cesa.
«Il feticcio cadrà e potrebbe porre le condizioni perchè sia la Lega a staccare la spina al governo», ha auspicato Francesco Rutelli leader dell’Api.
Duri anche Raffaele Lombardo e Carmelo Lo Monte dell’Mpa: «E’ contro il Sud e noi diremo di no».
Intanto il presidente dell’Anci Chiamparino è stretto tra più fuochi: mentre il Pd è espressamente contro la decisione dell’associazione dei municipi, Bossi impugna strumentalmente il semaforo verde dei Comuni per forzare la mano ai partiti.
A condire l’analis anche un nuovo rapporto della Cgia di Mestre: secondo lo studio, che calcola l’incidenza percentuale del debito sulle entrate correnti dei 118 comuni capoluogo di provincia, Torino (di cui Chiamparino è sindaco) è il comune capoluogo più indebitato d’Italia con una percentuale di debito sulle entrate correnti pari a 252,2 per cento.
Seguono Carrara con il 223,1 per cento, Milano, con il 209,9 per cento, Teramo con il 192,1 e Fermo con il 181,5.
Tra i più oculati, invece, l’Aquila (9,1 per cento), Vibo Valentia (8,2 per cento), Brescia (7 per cento) e Caltanisetta (5,4 per cento).
Allarmate le conclusioni del segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi: taglio dei trasferimenti e aumento delle competenze dei Comuni, unite alla possibilità di aumentare le addizionali Irpef e introdurre le tasse di soggiorno, creano il rischio che i sindaci si trasformino in «nuovi gabellieri per conto dello Stato centrale».
Severo anche il giudizio dell’«Avvenire» secondo cui c’è il rischio che «il federalismo produca un aumento del carico fiscale invece della sua promessa graduale riduzione», se le imposizioni concesse ai Comuni verranno messe in atto in modo «generalizzato e simultaneo».
Fa discutere anche l’introduzione della cedolare secca.
Secondo i calcoli del sindacato inquilini Sunia, l’imposta sulle locazioni, così come prevista dalle bozze sul federalismo municipale, potrebbe provocare una perdita di gettito rispetto alle attuali entrate pari a 500 milioni per le casse dello Stato.
Le aliquote sulla cedolare secca, infatti, nelle diverse bozze circolate sul federalismo municipale «variano di continuo mentre sembra essere sparito il fondo di sostegno con cui finanziare gli sgravi fiscali per le famiglie con figli».
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