GENOVA, DOPO 58 ANNI CHIUDE LA RINASCENTE, 43 ADDETTI A SPASSO
BUCCI E TOTI AVEVANO GARANTITO UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA CHE NON SI E’ MAI VISTA
L’annuncio della chiusura della Rinascente era arrivato improvviso un anno fa; stasera i dipendenti, dopo aver creduto a promesse e sperato di riuscire a far cambiare idea ai vertici, daranno vita a una sorta di funerale del loro posto di lavoro poco prima della fine dell’ultimo turno.
Sarà più che altro un presidio che coinvolgerà le dipendenti e i dipendenti rimasti – una ventina – ma che vedrà anche la partecipazione di cittadini, parenti, clienti ed ex colleghi che in questi mesi sono riusciti a trovare un’altra collocazione.
C’è chi ha rassegnato le dimissioni (quattro), chi ha accettato il trasferimento (quattordici) e chi ha atteso il miracolo che non c’è stato.
Qualcuno aveva creduto alle parole delle autorità locali, quando al primo e unico tavolo con i sindacati – era marzo – si dicevano sicuri dell’esistenza di un’alternativa, che avrebbe garantito continuità occupazionale.
Il tavolo della trattativa era stato aggiornato per l’inizio dell’estate ma non è più stato fatto e così si è capito che ormai la fine era vicina.
Anche perchè dell’investitore straniero (Harrods?) che sembrava pronto a mettere capitali freschi, a un giorno dalla chiusura, nemmeno l’ombra.
«Ci sono tanti progetti, ma nessuno che possa definirsi concreto», sospira Nicola Poli del sindacato.
Quando si abbasseranno le saracinesche dei grandi magazzini di via Vernazza (l’immobile è di proprietà di Banca Carige), ormai completamente vuoti dopo mesi di svendita, a chi è rimasto non resterà che una buonuscita (le trattative con la rsu sono alle battute finali).
C’è parecchio sgomento. E rabbia. A fare da portavoce è Cinzia Ronzitti, che spiega lo stato d’animo di chi si troverà disoccupato, ma anche di chi ha trovato un accordo che di fatto gli ha cambiato la vita dall’oggi al domani: «Questo presidio nasce dal momento in cui perdi il lavoro, il senso di vuoto colmo di disperazione che provi è quello di una perdita importante nella tua vita. Un lutto. Da qui la mia idea di fare il funerale ai 43 posti di lavoro persi».
C’è tanta amarezza in queste parole: «Sarà un momento composto, civile che nasce dal dolore, vero e proprio dei lavoratori, senza bandiera alcuna, nè politica nè sindacale. Siamo tutte donne… alcuni uomini sono già usciti».
Il funerale-presidio, o il presidio-funerale, inizierà intorno alle 19 quando Ronzitti prenderà la parola per leggere poche righe. Una lettera per ricordare quali erano le promesse e quale è stato l’epilogo. Poi libertà assoluta di fare altri interventi.
Perchè i magazzini della borghesia genovese erano una vera e propria istituzione e sgomenta come non si trovi qualcuno pronto a subentrare, anche se gli spazi sono importanti.
In via Vernazza, la Rinascente occupava cinquemila metri quadri: tre piani nel cuore di Genova che da stasera rimarranno deserti. E che in parte lo sono già adesso, dato che la svendita – con sconti del 90 per cento – è andata alla grande.
Certo, dopo 58 anni di attività alzare bandiera bianca fa male; soprattutto a Genova, che vede scomparire un punto di riferimento, visto che un salto alla Rinascente lo abbiamo fatto tutti.
Stasera lo stop al pubblico, poi da lunedì gli ultimi quattro commessi libereranno i muri da scaffali e allestimenti. E le vetrine resteranno al buio.
Per sempre?
(da “Il Secolo XIX”)
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