GIMBE: “ATTENTI AL LIBERI TUTTI. DATI IN CALO. MA OSPEDALI IN AFFANNO”
“ATTENTI AL LIBERI TUTTI, DATI IN CALO MA OSPEDALI IN AFFANNO”
Riaprire è “una decisione politica, ma attenti al “liberi tutti” e alle criticità mai risolte”. Per questo adesso serve un piano a medio-lungo termine condiviso da Regioni e Governo.
Avvertimento e invito arrivano dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, insieme al report settimanale al quale sono affidate le analisi e le valutazioni elaborate sui dati della settimana compresa tra il 14 e il 20 aprile.
Rispetto ai sette giorni precedenti si registra una diminuzione nel numero dei nuovi casi (90.030 da 106.326) e dei morti (2.545 da 3.083).
In calo anche i casi attualmente positivi (482.715 da 519.220), le persone in isolamento domiciliare (456.309 da 488.742), i ricoverati con sintomi (23.255 da 26.952) e nei reparti di terapie intensive (3.151 da 3.526).
Sul fronte della campagna vaccinale si registra un sensibile cambio di passi ma per raggiungere l’obiettivo fissato dal commissario Francesco Figliuolo a 500.000 al giorno mancano oltre 180.000 somministrazioni quotidiane.
“La circolazione del virus – spiega Cartabellotta – è ancora sostenuta. I casi attualmente positivi, raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (570.096), sono scesi a 482 mila, numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di tracciamento”.
E non mancano differenze tra i territori: in tre regioni la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta, in sei cresce il numero dei positivi. Gradualmente si allenta la pressione sugli ospedali, ma in varie regioni, “ma il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato”, fa notare Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione. L’occupazione da parte dei pazienti Covid supera il 40% in 4 Regioni. Più lenta la discesa nell’occupazione dei reparti di terapia intensiva, con una riduzione del 15,8% in 14 giorni. Restano occupati 3.151 posti letto e in 12 Regioni la soglia di saturazione supera il 30%. “Numeri ancora alti anche per i nuovi ingressi giornalieri – sottolinea il direttore operativo di Gimbe, Marco Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 182 ingressi al giorno, seppure in diminuzione da un mese”.
Sul fronte della campagna vaccinale, al 21 aprile risultano consegnate 17.752.110 dosi, il 25,9% di quelle previste per i primi sei mesi dell’anno.
Il 18,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (11.240.182) e il 7,8% ha completato il ciclo vaccinale con la seconda dose (4.654.357), con notevoli differenze regionali.
Nonostante l’incremento del 35,5% delle dosi inoculate nelle ultime tre settimane. Degli oltre 4,4 milioni di over80, 2.282.611 (51,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.336.007 (30,2%) hanno ricevuto solo la prima dose. Dal 20 aprile nel database ufficiale è stata aggiunta una specifica categoria di rendicontazione per soggetti fragili e cargiver che riporta 1.847.928 dosi somministrate.
Degli oltre 5,9 milioni di over70, 284.113 (4,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.133.528 (35,7%) hanno ricevuto solo la prima dose, mentre degli oltre 7,3 milioni di anziani di età compresa tra i 60 e i 69 anni, 438.890 (6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 965.448 (13,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Lunedì 26 aprile l’Italia comincerà a riaprire sulla base del “decreto riaperture”. Per Cartabellotta “una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali, ma al tempo stesso un coraggioso atto di responsabilità del Governo per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali che affida ai cittadini una grande responsabilità”.
Dalla necessità che gli allentamenti delle restrizioni non siano interpretati come un “liberi tutti”, scrive la Fondazione, invitando Governo e Regioni a elaborare una strategia per arginare “la verosimile risalita dei contagi” e un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia che tenga conto, oltre che delle coperture vaccinali, di scenari epidemiologici e criticità mai risolte in 14 mesi di pandemia. Partendo dal presupposto che gli effetti delle misure restrittive disposte da marzo si vedranno almeno fino a metà maggio e che il progressivo ritorno al giallo determinerà una risalita dei contagi, bisogna rivedere il sistema delle Regioni “a colori”: “servono nuovi parametri per attuare tempestive chiusure locali ed evitare la diffusione del contagio”, si legge nel report di “Gimbe”. E ancora: intervenire con investimenti adeguati, come ancora non si è fatto, per potenziare il tracciamento e il sequenziamento, l’adeguamento delle scuole e dei trasporti, uniformarele norme sulla mobilità interregionale a quelle per i viaggi all’estero, incentivare lo smart work e intensificare i controlli, progressivamente allentati dopo il primo lockdown
(da agenzie)
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