GIOVANE SUDANESE SALVA LA VITA A PENSIONATA DALL’INCENDIO IN CASA A GENOVA: VINCE LA SOLIDARIETA’
LA DONNA DI 84 ANNI CHIEDE AIUTO DALLA FINESTRA, INTERVIENE AHABU BUKARI: “NON SONO UN EROE, HO SOLO CERCATO DI AIUTARE UNA PERSONA IN DIFFICOLTA’”
In un attimo la cucina si è trasformata in una fornace.
Il tubo che alimenta i fornelli è stato il primo a saltare. Le fiamme, scaturite da un corto circuito, hanno divorato in pochi secondi tutti gli elettrodomestici per poi passare nelle altre stanze.
La casa si è riempita di fumo nero e la temperatura è schizzata alle stelle.
Rita Costa, 84 anni, che in quel momento era da sola, non ha potuto fare altro che correre alla finestra della sala e gridare aiuto.
Il primo a vederla e a correre in suo aiuto è stato un postino sudanese di 33 anni, Ahabu Bukari, che stava consegnando alcune lettere proprio in quel palazzo, in via del Manzasco 7, a San Fruttuoso.
Senza pensarci su due volte è salito per le scale e ha raggiunto l’abitazione della pensionata.
Quindi ha sfondato la porta a calci ed è entrato, sfidando il fuoco e la paura.
Ma il rogo ormai era troppo esteso e dopo qualche tentativo ha dovuto ripiegare.
È rimasto sulla porta fino all’arrivo dei pompieri, cercando di tranquillizzare l’ottantenne e spiegandole che cosa doveva fare per difendersi dal calore e dal fumo.
È un miracolo che Rita Costa sia sopravvissuta.
I vigili del fuoco della squadra di Genova Est l’hanno salvata all’ultimo momento, un attimo prima che perdesse i sensi.
È stata un’impresa perchè il calore era elevatissimo, tanto da sciogliere i rivestimenti del casco del soccorritore che materialmente ha eseguito l’intervento di recupero. L’inferno è iniziato poco dopo le 11.
I proprietari di casa – la figlia della pensionata e il marito – erano fuori per commissioni: «È stato un incidente – dice Dario Baldassini, 68 anni – Mia suocera non si è accorta di nulla. Quando ha capito quello che stava succedendo ormai era troppo tardi. Non so come ringraziare quel giovane: ha cercato di fare tutto il possibile per raggiungerla e poi le è stato vicino fino all’arrivo dei soccorsi».
Ahabu Bukari scuote la testa: «Volevo solo aiutare quella persona, ho fatto quello che mi sembrava giusto».
L’immigrato, quando la donna è stata salvata dalle fiamme, è tornato a lavorare come se nulla fosse. Ha rischiato la vita, su questo i pompieri non hanno dubbi: “Quando siamo arrivati la situazione era davvero critica, sulle scale l’aria era irrespirabile, la visibilità di pochi centimetri, ci siamo potuti muovere solo con i respiratori”.
Ahabu Bukari abita in via Donghi, da circa tre anni lavora come postino per la Tnt Post ed è molto conosciuto in zona: “Passo le mie giornate sul motorino, andando di casa in casa. Ed è un bene perchè posso sfamare la mia famiglia e dare un futuro a mio figlio, nato da pochi mesi. Sono arrivato in Italia dieci anni fa e ora le cose iniziano a girare per il verso giusto. Eroe io? No, ho solo cercato di aiutare una persona in difficoltà “.
Pablo Calzeroni
(da “il Secolo XIX”)
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