GLI SCUDI UMANI ARRUOLANO LE RISERVE DELLA REPUBBLICA
MARIO MONTI E LAMBERTO DINI S’AGGIUNGONO ALLA COMPAGNIA DI GIRO CARA AL COLLE CHE VA OFFRENDO SALVATAGGI A BERLUSCONI A MEZZO STAMPA
Capito che Giorgio Napolitano è della partita, ora scendono in campo le riserve della Repubblica. Era fatale.
Da ieri il reparto “Scudi umani” della nuova Guardia repubblicana, oltre alla solita compagnia di giro in vorticoso scambio di interviste incrociate, può schierare a difesa di Silvio Berlusconi anche Mario Monti e Lamberto Dini, due economisti-politici a loro agio nelle meglio sale convegni europee e non solo.
È curioso perchè entrambi, sfruttando un senso di superiorità impermeabile ai risultati elettorali, mettono giù la faccenda con un’impudicizia a suo modo deliziosa.
Sono gli alfieri del realismo e del pensiero mainstream: per i nostri Candide questo è il migliore dei mondi politici possibile, salvaguardarlo vale qualunque prezzo, anche quello del ridicolo
IL DINI
L’ex direttore generale di Bankitalia porta nel dibattito in corso il dono di una razionalità superiore: “In questo momento la priorità è evitare la crisi di governo. Se questo è l’obiettivo, guadagnare tempo è essenziale. Avere sei mesi-un anno di tempo in più è importantissimo per mettere l’Italia al riparo dalle speculazioni finanziarie”, ha spiegato all’AdnKronos.
D’altronde, è la chiusa filosofica, “talvolta, in politica, guadagnare tempo è una variabile importantissima che può fare la differenza”.
Stabilito questo, come farlo è un problema, diciamo, secondario: Dini propende per il ricorso alla Consulta, opzione che avrebbe anche il vantaggio che alla fine l’ex Cavaliere sarebbe comunque finito (“dopo, se le norme sono applicabili, a Berlusconi non resterà che ritirarsi in buon ordine”)
IL PATRIOTA
La lunga intervista di Mario Monti al Foglio, come certe Bibbie medievali, avrebbe bisogno di un commento più lungo del testo stesso.
Lo spazio, però, è quel che è, dunque tradurremo subito brutalmente le dodicimila e dispari battute del pezzo: se vi serve un leader per il centrodestra post-berlusconiano, eccomi.
Ovviamente , il professore non è così volgare e magnanimamente aspetta di venire invocato, intanto si esercita a parlare di “sinistra illiberale” e invoca il “lascito di Berlusconi alla politica”.
Ma lui, ci si chiederà , cosa ha da offrire? Semplice.
Lui ci mette una buona parola per la grazia con Giorgio Napolitano e per il rinvio in Giunta col Pd e poi mette a disposizione di tutti quel pò-pò di credibilità internazionale.
E se Silvio dice no? Catastrofe: “Se non riusciremo a disintossicare la leadership politica del paese, non credo che l’opinione pubblica salverebbe qualcuno, falchi o colombe che siano”.
Difficile? Macchè. Io, dice Monti, ho imposto a milioni di italiani la recessione e nessuno ha detto niente, qua si tratta solo di convincere un po’ di parlamentari. Che sarà mai?
I TEATRANTI
In tournèe nei migliori quotidiani italiani c’è una straordinaria compagnia di giro: recitano con grande convinzione , va detto, variazioni attorno al tema del perdere tempo.
Umberto Ranieri, assai appetibile per via dei suoi legami col capo dello Stato, ieri si esibiva sul Foglio dopo il fortunato debutto sul Mattino.
La tesi era la solita — la legge Severino va mandata alla Consulta — con aggiunta di minacce di sfracelli elettorali per chi volesse arrivare alla rottura, Pdl o Pd che siano, e di un’esca profumata per Berlusconi: nel tempo che guadagniamo, butta là il nostro, dovremo “condurre una battaglia politica e culturale sulla riforma della giustizia”. Grande ascesa, invece, per Pier Ferdinando Casini, che passa dai palcoscenici di provincia del Nuovo quotidiano di Lecce alla ribalta nazionale di Repubblica: rinvio alla Corte costituzionale pure lui.
Piero Ostellino, che s’esibisce stabilmente sul Foglio, costruisce una mitopoiesi su Tangentopoli e pare sostenere che Berlusconi, come Craxi, sia stato “condannato perchè non poteva non sapere”.
Il che dimostra che la registrazione del giudice Antonio Esposito è tanto citata quanto non ascoltata: “È ‘na stupotaggine”, aveva spiegato nella sua lingua.
Il Corriere della Sera, invece, ieri mandava in scena Giampaolo Galli, deputato Pd ed ex Confindustria .
Forse è stato un errore dei responsabili del cartellone visto che Italia Oggi aveva già lanciato con successo il quasi omonimo e altrettanto deputato Pd Carlo Galli.
Il risultato è lo stesso: rinvio alla Consulta o alla Corte Ue della Severino.
Il socialista Enrico Buemi, invece, si rivolge direttamente alle agenzie di stampa, mettendosi per questa via a disposizione di tutti i media. La tesi pare già sentita: Consulta
LO ZIO
Ha il pregio della nettezza la posizione di Maurizio Paniz, avvocato del Pdl che occupa un posto d’onore nella storia parlamentare per come spiegò alla Camera come e quanto Ruby Rubacuori, showgirl sbarazzina, fosse nipote di Mubarak, statista eccentrico.
Paniz ha studiato, ha riflettuto e ora annuncia che “la soluzione c’è: Berlusconi può continuare a essere senatore, perchè l’interdizione e la decadenza non sono efficaci nei confronti dei parlamentari”.
Ci voleva tanto?
Marco Palombi
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply