HABEMUS MARINI: DOPO L’INTESA PD-PDL SULL’EX SINDACALISTA ORA MANCA SOLO UN PICCOLO DETTAGLIO, I VOTI PER ELEGGERLO
RENZI DICE NO, VENDOLA VOTA RODOTA’, ALTRI PD SI DISSOCIANO, I LEGHISTI SI CALANO LE BRACHE E I MONTIANI REGGONO LA CODA AL PDL…. PER GRILLO OBIETTIVO RAGGIUNTO: SALVARE BERLUSCONI E NON SPORCARSI LE MANI
Il nome è uscito dopo una giornata di trattative e un colloquio telefonico avvenuto tra Bersani e Berlusconi.
«La candidatura di Franco Marini è quella che è più in grado di realizzare le maggiori convergenze. È una persona limpida e generosa, uno dei costruttori del centrosinistra legato al lavoro ed al sociale», ha spiegato Bersani.
Ma la fronda renziana non sembra destinata a mollare.
Il rischio nelle file del Pd è quello dei franchi tiratori: In questo senso va letto l’appello del segretario: «Dobbiamo eleggere il presidente della Repubblica. È sempre stato difficile, nelle condizioni date non è facile, richiede un’assunzione di responsabilità soprattutto da chi ha più numeri. Attenzione al passaggio che abbiamo davanti».
Per tutto il pomeriggio è andata in scena una lunga trattativa con Berlusconi.
Da una rosa di papabili ridotta a tre (Amato, D’Alema e Marini) la scelta è ricaduta sull’ex presidente del Senato, capace di far convergere anche i voti di montiani e leghisti, ma che rischia di spaccare il Pd.
Oltre al sindaco di Firenze sono arrivati anche i pareri contrari di Serracchiani («Scelta gravissima, sarebbe vittoria della conservazione in un momento in cui serve coraggio») e Laura Puppato: «Il Pd scelga Rodotà ».
«La discussione sul presidente della Repubblica è separata dal governo», prova a rassicurare Bersani.
Ma nel partito la delusione monta.
Bersani prova a riportare la calma: «Siamo in un mare mosso, insieme alla larga coesione servirà esperienza politica, capacità ed esperienza. Marini sarà in grado di assicurare convergenza delle forze di centrodestra e centrosinistra, ha un profilo pe essere percepito con un tratto sociale e popolare. È una personalità di esperienza con con carattere di reggere le onde e con radici nel mondo del lavoro».
Ma negli stessi minuti Matteo Renzi rilanciava il suo veto dallo studio de “Le invasioni barbariche”: «Votare Franco Marini significa fare un dispetto al Paese: si sceglie una persona più per le esigenze degli addetti ai lavori che non per l’Italia. È un uomo del secolo scorso».
Il dado comunque sembra ormai tratto.
È molto difficile che il Pd decida di convergere sul nome di Rodotà per rispondere all’apertura di Grillo.
E si allontana anche l’ipotesi – temuta dal partito di Berlusconi e dallo stesso ex premier – dell’elezione di Romano Prodi al quarto turno.
E sul Professore arriva anche l’altolà dei montiani. «Sul suo nome non abbiamo nessun problema, ma non ce la farà » perchè non gode di una «maggioranza ampia» mentre «noi spingeremo fino in fondo perchè ci sia un nome che trovi d’accordo anche il Pdl» e «il consenso ampio è un fattore indispensabile», spiega il coordinatore Andrea Olivero.
(da “la Stampa“)
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