“HO RUBATO UN AEREO A TRE MINUTI DA EXPO”: INCHIESTA SHOCK SUI BUCHI ALLA SICUREZZA
ALL’AEROPORTO DI BRESSO VEIVOLI INCUSTODITI SULLA PISTA, FACILE COMPIERE UN’ATTENTATO…FALLE NELLA VIGILANZA, AFFIDATA A SOCIETA’ CHE NEI TEST HANNO LASCIATO PASSARE BOMBE E ARMI… LAVORATORI CHE SCAVALCANO RETI SENZA CONTROLLI
Si può rubare un aereo e arrivare sull’Expo in tre minuti.
Basta andare a Bresso, il terzo aeroporto di Milano, dove i velivoli restano incustoditi sulla pista. Tre minuti di volo soltanto.
Ma un terrorista, manovrando senza regole e alla massima velocità , impiegherebbe anche meno.
Fabrizio Gatti, nell’inchiesta choc sulle falle nella sicurezza del grande evento, in edicola con L’Espresso, dimostra come sarebbe facile compiere un attentato sull’area dell’Esposizione universale.
Per sei volte il giornalista, armato di telecamera, attraverso i buchi nella rete è entrato nell’aeroporto, che ospita anche una tendopoli di profughi arabi e africani.
E per ore, di giorno o di notte, si è mosso indisturbato tra gli aerei, compreso un bimotore con serbatoi da seicento litri di benzina.
Molto più del tempo necessario a un pilota-kamikaze per scassinare il portellone, mettere in moto e decollare.
Il nostro inviato, seduto alla cloche, ha anche calcolato il tempo di volo che separa la pista di Milano Bresso dal Padiglione Italia: tre minuti e 38 secondi.
L’inchiesta, durata un mese sul campo alla ricerca di tutte le falle intorno a Expo, rivela che il sistema di sicurezza non rispecchia affatto le dichiarazioni ufficiali.
Una questione molto delicata a Milano, dopo la strage del 9 aprile a Palazzo di giustizia.
Il punto debole è proprio il curriculum delle sei imprese alleate che hanno vinto l’appalto da 20 milioni per proteggere i visitatori di Expo.
Una delle sei in servizio all’aeroporto di RyanAir a Orio al Serio, durante i test del 2014 ha più volte fatto passare oltre i varchi di controllo bombe e armi, nascoste nei bagagli a mano.
Un altro dei super manager vincitori con Expo, a capo di una società vicina ai boss della politica, tre mesi fa ha perso la licenza di vigilanza in mezza Puglia per aver lasciato senza protezione le sedi di Inps e Poste Italiane a Taranto, nonostante il contratto pagato dai due enti.
Tutto questo mentre le segnalazioni degli 007 alla polizia parlano di estremisti marocchini e libici addestrati al pilotaggio che potrebbero compiere clamorosi attentati in Europa.
E di undici aerei executive e di linea rubati dagli islamisti all’aeroporto di Tripoli.
L’inchiesta di Gatti, con le foto di Massimo Sestini, mostra anche decine di lavoratori, soprattutto stranieri, mentre scavalcano la recinzione intorno ai padiglioni dell’Expo: un’area già super sorvegliata, almeno a parole
Decine di persone ogni giorno si sottraggono invece a qualunque controllo. Forse sono lavoratori in nero. Ma in queste condizioni aumentano le preoccupazioni per gli apparati di sicurezza dei capi di Stato che verranno in visita a Milano: nessuno per ora può garantire che all’interno dei padiglioni non siano stati introdotti armi o esplosivi per futuri attentati.
Fabrizio Gatti
(da“L’Espresso“)
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