I FUNZIONARI DELLA CAMERA DICONO NO AI TAGLI, MENTRE AL SENATO CONTINUANO LE SPESE PAZZE
UNA DIFFIDA PROVOCA IL CONGELAMENTO DELLA SPENDING REVIEW SUI COSTI DI FUNZIONAMENTO DI MONTECITORIO
Si fa presto a dire Spending review.
La Camera per far passare quella sui conti interni (e sul personale) dovrà prima fare i conti con i veti e le minacce di azioni legali dei funzionari.
A Montecitorio, l’ufficio di Presidenza riunito ieri si è dovuto limitare ad approvare le sole «linee guida».
Rinviato al 19 settembre – dopo apposita «concertazione » – il via libera al documento che dovrebbe portare a risparmi da 150 milioni in tre anni, più di 13 solo per il personale.
La ragione va rintracciata in una lettera-avvertimento di 11 righe che l’Associazione dei consiglieri della Camera, sindacato dei più alti funzionari, ha inviato ieri mattina alla Presidenza.
Il testo è in burocratese, ma il monito perentorio: «Un’eventuale delibera con efficacia dispositiva che incida sullo stato giuridico e il trattamento economico del personale della Camera assunta al fuori delle procedure di contrattazione con le organizzazioni sindacali costituirebbe una grave violazione.
I consiglieri si riservano, fin d’ora, di adire le vie della tutela giurisdizionale». Ricorso ai giudici, dunque, se prima i vertici “politici” di Montecitorio non tratteranno.
Tra le misure più temute, la ventilata cancellazione di uno scatto di anzianità e il blocco dell’adeguamento all’indice Istat.
Nel documento presentato ieri ai colleghi dal “questore” Francesco Colucci si sottolinea come sacrifici li stiano facendo tutti i dipendenti e pensionati pubblici e alla Camera vanno risparmiati 13,20 milioni di euro l’anno.
Per il momento si prorogano le vecchie disposizioni (e privilegi) ma bisognerà in qualche modo recuperare quelle risorse.
Oggi i dipendenti sono 1.566, erano 1.933 nel 2007.
Intanto, Montecitorio procede col risanamento, destinato a far risparmiare allo Stato 50 milioni l’anno, come si legge nelle 15 pagine di relazione discusse in Presidenza. Diciassette milioni di risparmi vengono stimati per la «riduzione dell’indennità , della diaria e del contributo per il portaborse » dei deputati.
Ma quell’uno per cento l’anno in meno, in realtà , deriva dalla rinuncia all’aumento che il passaggio al contributivo del sistema pensionistico avrebbe paradossalmente determinato.
E poi 2 milioni e mezzo in meno dal 2014 per la ristorazione, con la trasformazione del ristorante in self service, 3,5 milioni in meno ai gruppi e via tagliando.
Ma è tempo di forbici anche al Senato.
Dove, sotto il coordinamento del presidente Schifani e del segretario generale Elisabetta Serafin, viene approvato in aula il bilancio interno che prevede risparmi da 110 milioni nei prossimi tre anni.
Virtuosismi obbligati. Ma non sufficienti, protesta il senatore di Coesione nazionale Alberto Filippi che elenca sprechi e spese ritenute ingiustificate.
«Ogni anno spendiamo per attività di traslochi e facchinaggio la stessa cifra: 1,5 milioni. Ma che fanno, cosa spostano? Per la manutenzione degli impianti di condizionamento si è speso nel 2012 due milioni e 200 mila euro. Quella della tappezzeria costa 428 mila euro: siamo all’asilo, bambini che si appendono alle tende? Si spendono 3,4 milioni per la pulizia e 500 mila euro per manutenzione degli ascensori. Neanche se ci trovassimo in un grattacielo di New York».
(da “La Repubblica“)
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