I LEGHISTI VENETI FANNO SALTARE L’INCIUCIO DI MARONI: “BASTA SILVIO, ANDIAMO DA SOLI”
MARONI PRENDE TEMPO: “NON SO SE SILVIO ALLA FINE SI CANDIDERA'”
Moderatamente possibilisti in Lombardia, sulle barricate nel Veneto.
Dilemma amletico, per la Lega, all’indomani dell’aut aut del Pdl, che prima di dare il via libera alla corsa di Maroni verso il Pirellone, pretende che il Carroccio si impegni a ricostituire la vecchia alleanza alle elezioni politiche, che si terranno lo stesso giorno delle regionali lombarde. E perdipiù con Berlusconi candidato premier.
Una prospettiva che i veneti vedono come il fumo negli occhi, come dice la miriade di messaggi arrivati ai dirigenti: sono attivisti, militanti e anche semplici elettori infuriati.
Che del Cavaliere non vogliono proprio saperne.
E tanto basta a non escludere strappi dolorosi nel caso in cui Maroni dovesse cedere al ricatto del Cavaliere. Lo fa capire Federico Caner, vicesegretario federale e capogruppo della Lega in Regione Veneto: «Posso anche ammettere che qualche amico lombardo sia tentato da questo scambio, ma per avere la Lombardia non possiamo essere disposti a tutto ».
Insomma: «Se noi ci alleassimo di nuovo con il Pdl, e con Berlusconi ancora in campo, la Lega sarebbe finita, e questo da noi lo dicono tutti, ma proprio tutti; per questo alle politiche dobbiamo andare da soli».
Già , non è solo il solito Flavio Tosi a recitare l’ormai (per lui) consueta litania sul Berlusca da evitare come la peste.
Ieri si è scomodato di nuovo il governatore Luca Zaia («Fino a prova contraria correremo da soli»), evidentemente preoccupato dai venti di rivolta che soffiano nella Liga veneta.
Fosse per loro, il “federale” della Lega che si riunirà in via Bellerio per rispondere al prendere o lasciare del Pdl dovrebbe fare una cosa sola: una pernacchia al Cavaliere.
Ancora Caner: «Per la sua storia e per quello che rappresenta Maroni è un ottimo candidato, io sono convinto che gli elettori lombardi premieranno il suo coraggio se rinuncerà a ragionare in termini di tornaconto » – E se così non fosse? «Temo che nel Veneto il partito ci scappi di mano».
Lui, il segretario, rimanda tutto a lunedì.
Nell’attesa sceglie di avvolgere nei dubbi l’annunciata ridiscesa in campo del Cavaliere: «Non sono sicuro che la candidatura di Berlusconi verrà mantenuta ».
E si affida a quello che lui stesso definisce «un sogno»: «Ho la sensazione che alla fine prevarrà la voglia di rinnovamento».
Dunque anche “Bobo” sa di correre qualche rischio, se dovesse accettare un nuovo matrimonio elettorale con Berlusconi. Glielo ha detto un sondaggio dell’Swg: in Lombardia l’appoggio del Pdl aggiungerà 10 punti percentuali alla sua candidatura, ma con il Cavaliere di nuovo in pista per la leadership si registrerebbe un calo del 20.
Per questo Maroni ieri ha annullato la consueta segreteria politica del lunedì, sostituendola con una riunione informale in via Bellerio.
Nessuna dichiarazione, tutto rimandato a lunedì, ma intanto “Bobo” vuole vederci più chiaro.
E così ha commissionato nuovi sondaggi, e chiesto altro tempo per tastare la sempre più inquieta base.
Particolare degno di nota, segretario in Lombardia è quel Matteo Salvini che in questi giorni si sta esponendo al massimo per scongiurare l’ipotesi di un ritorno dell’alleanza con il Cavaliere: «Pensiamo solo alla Lombardia, con Maroni siamo sicuri di vincere; a oggi non sono state decise alleanze, nè accordi, nè ticket o scambi di alcun tipo».
Con buona pace del tandem già immaginato dal signore di Arcore: Mariastella Gelmini vice di Maroni.
Quella di Salvini è una voce autorevole, ma tra i fedelissimi di Maroni c’è anche chi, come il sindaco di Varese, suona un’altra musica: «Dobbiamo ottenere la presidenza della Regione a qualsiasi costo; il nostro progetto di tornare al territorio è troppo importante, e siccome a Roma le abbiamo provate tutte senza portare a casa nulla, dobbiamo concentrarci sulla Lombardia, il teatro della nostra battaglia per la vita».
La tentazione è forte: ma anche le controindicazioni lo sono.
«Forse – si sfoga un fedelissimo di “Bobo” – in Lombardia da soli perderemo, ma il partito ne uscirà più forte perchè avremo compiuto una scelta di coerenza; se invece perdessimo con Berlusconi non ci risolleveremmo più».
Rodolfo Sala
(da “la Repubblica”)
Leave a Reply