I RAGAZZI FANNULLONI DA REDDITO DI CITTADINANZA, L’ULTIMA FALSITA’ DELLA POLITICA
I GIOVANI UNDER 29 CHE PERCEPISCONO IL REDDITO SONO IN REALTA’ APPENA 49.346, PARI ALL’1,47% DEL TOTALE… NON SOLO: UNO SU DUE LAVORA MA CON SALARI DA FAME E QUINDI HA DIRITTO A UNA INTEGRAZIONE… IN EUROPA SOLO LA ROMANIA E’ MESSA PEGGIO
Se il famoso marziano di Ennio Flaiano scendesse in questi giorni a Roma e, nel tentativo di farsi un’idea del Paese che sta visitando, decidesse di accendere la televisione italiana e guardare un talk-show si farebbe un’idea precisa: l’Italia è una nazione popolata da giovani umani “fannulloni” che stanno tutto il giorno “sul divano”, che “non rischiano e non faticano”, e ai quali viene data una “paghetta” proprio per non fare niente.
Sì, perché uno dei massimi imputati di questa campagna elettorale è proprio lui, il reddito di cittadinanza: che “non funziona”, “diseduca i giovani al lavoro” e, anzi, “li incentiva a non lavorare” o, alla meglio, a “lavorare in nero”.
Ergo, quasi tutti i partiti, salvo il Movimento 5 Stelle che lo ha voluto e pochi altri, desiderano cancellarlo o, alla meglio, cambiarlo radicalmente. Ma sono davvero così tanti i giovani che lo percepiscono?
Facciamoci aiutare dall’ultimo report dell’Inps. I percettori complessivi (di almeno una mensilità) di Rdc tra gennaio e luglio 2022 sono 3.350.771 (persone uscite dalla povertà…).
E di questi quasi 3 milioni e mezzo di persone quanti sono i giovani che lo percepiscono?
Se escludiamo quelli che lo prendono in forma “indiretta”, ossia che vivono in famiglia e rappresentano uno degli elementi del calcolo Isee (l’indicatore preso a riferimento per chi chiede una qualsiasi forma di agevolazione sociale allo Stato), i giovani tra i 18 e i 29 anni beneficiari del sussidio sono 49.346, di cui 22.482 nella fascia di età 18-24 anni e 26.846 in quella 25-29 anni.
Dunque riepilogando i “famosi” giovani che starebbero sul divano a ricevere il sussidio in modo “autonomo”, senza gravare sulla famiglia, sono l’1.47% del totale.
Avete capito bene: su 100 persone che percepiscono il Rdc solo 1 è un giovane autonomo sotto i 29 anni.
Capite che la retorica del “ragazzo fannullone sul divano” cade immediatamente.
Ma c’è di più: prendendo la nota Anpal di aprile 2022 leggiamo che “tra i giovanissimi occupati e beneficiari del reddito la quota di chi lavora con contratto a tempo indeterminato o apprendistato è pari al 50,6%”.
Cosa ci dice la nota dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro? Che tra i beneficiari del Rdc 1 ragazzo su 2 lavora già, e (evidentemente) stiamo parlando di lavori con forme contrattuali “da fame” che, non garantendo una retribuzione dignitosa, devono integrarla con il sussidio. In un Paese dove 360 mila giovani (fascia 20-29 anni) guadagnano meno di 876 euro al mese (in Europa solo la Romania è messa peggio), dove 4,3 milioni di lavoratori guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora e dove quasi 1 lavoratore su 3 guadagna meno di mille euro la mese, forse servirebbe più cautela quando si parla di questo.
(da agenzie)
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