IL CIALTRONE SOVRANISTA ZEMMOUR CHE PARLAVA DELLE ÉLITE AFFAMATRICI DEL POPOLO È STATO RADIATO DALLA PISCINA DEL RITZ PER AVER INSULTATO UN’AMERICANA COLPEVOLE DI AVERE INVASO LA SUA CORSIA
IL RITZ E’ L’HOTEL PIÙ LUSSUOSO DI PARIGI: L’ISCRIZIONE ALLA PISCINA COSTA 7MILA EURO ALL’ANNO E PER UN TOAST NE SERVONO CINQUANTA… IN CAMPAGNA ELETTORALE ZEMMOUR DICEVA CHE LUI VA A NUOTARE NELLE PISCINE COMUNALI PER STARE IN MEZZO AL POPOLO
È vero, ci danno molte soddisfazioni, ma perché occuparci soltanto dei nostri populisti? Occupiamoci un po’ dei populisti altrui.
Éric Zemmour, per esempio. Ricordate? Era candidato alle presidenziali francesi, accreditato fino a un diciassette per cento, ricondotto al sette alla prova del voto.
Ha allestito una campagna elettorale grillosalviniana sulle élite affamatrici del popolo, dedite al furto e alla malversazione, al raggiro della povera gente, alla svendita del paese ai poteri forti, alla sostituzione etnica, e a me è piaciuto in particolare quando ha accusato i giornalisti – e ne sa, reduce da una lunga e fruttuosa carriera al Figaro – di diffondere menzogne per tenere in piedi il sistema.
Bene, il nostro amico Zemmour, abile nuotatore, è stato radiato dalla piscina del Ritz per aver preso a male parole un’americana colpevole, presumo con un’operazione speciale, di avere invaso la sua corsia.
Pare fosse l’ultima di numerose molestie, per cui gli altri soci hanno colto l’opportunità per chiedere e ottenere l’espulsione. L’aspetto più simpatico è che, quando scrivo Ritz, intendo l’hotel di Place Vendôme, forse il più lussuoso di Parigi. Per capirci, è quello da cui uscì Lady D l’ultima sera della sua vita.
L’iscrizione alla piscina costa settemila euro all’anno, e per un croque-monsieur, cioè un toast, ne servono cinquanta.
Dimenticavo: in campagna elettorale Zemmour diceva che lui va a nuotare nelle piscine comunali per stare in mezzo al popolo (ah, questi giornalisti impostori).
Populisti e sovranisti sono come i ristoranti McDonald’s, uguali ovunque: il più riuscito prodotto della globalizzazione.
(da la Stampa)
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