IL FIGLIO DI BOSSI CANDIDATO IN LOMBARDIA, MALUMORE NELLA LEGA: “LO FARANNO ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE”
ERA STATO SPEDITO A STUDIARE IN INGHILTERRA, MA E’ GIA’ TORNATO: ORA SI CANDIDA ALLE REGIONALI… MOLTI LEGHISTI GLI DANNO SOTTOVOCE DEL RACCOMANDATO E TEMONO DI PERDERE LA POLTRONA A CAUSA SUA… DOPO AVER RIPETUTO TRE VOLTE LA MATURITA’ QUALCUNO MALIGNAMENTE LO VEDE BENE ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE
Trota o delfino? Papà Bossi pare non ce lo volesse proprio il figlio Renzo in politica, per lui intravedeva un futuro diverso, da commercialista, “è più sicuro” aveva detto.
Dopo le tre bocciature alla maturità , aveva detto ai quattro venti “ora lo mando a studiare in Inghilterra”, come se pagare la retta di un college di lusso fosse sufficiente per vedersi restituire un figliolo “commercialista” di grido.
Ma tutto è stata inutile, il figliol Renzo è di già tornato e a 22 anni, deve aver pensato il padre, un’occupazione la deve pur trovare.
Ha così accontentato il figlio ed ecco pronta la candidatura per la Regione Lombardia, dove, male che vada, uno stipendio da 12.000 eurini al mese lo porta a casa.
Ma qui sono nati i primi problemi, tutti interni alla Lega.
Il Renzo avrebbe inizialmente dovuto essere inserito nel listino bloccato di Formigoni, ovvero non avrebbe dovuto raccogliere neanche mezza preferenza per guadagnarsi il Pirellone.
All’interno del Carroccio molti hanno cominciato a sussurrare, dandogli del raccomandato e ricordando che “la Lega non è più quella di una volta”.
Per evitare ulteriori polemiche, da via Bellerio è scattato il piano “B”: semplice candidatura nel collegio di Varese o Milano.
Ma anche qua c’è chi avuto da ridire perchè il figlio di Bossi avrebbe fatto il pieno di preferenze e i padani hanno cominciato a sgomitare temendo di perdere il cadreghino a vantaggio della trota padana.
Tutto in puro stile “romanocentrico”, insomma.
Qualcuno a questo punto aveva ipotizzato una terza via: un bell’assessorato senza passare dalle urne.
Apriti cielo, qualche dirigente sottovoce ha iniziato a far girare la battura: “Lo faranno assessore all’istruzione”… e giù maligne risate, purchè non lo sappia il senatur.
A questo punto un modo per inserirlo lo troveranno e qualcuno trangugierà amaro, ma farà buon viso a cattiva sorte: la democrazia interna alla Lega non consente di avere una opinione diversa dal capo.
D’altronde il rampollo non ama gli studi, ha fatto di tutto per infilare una pinna in politica, partecipando ai comizi, facendosi nominare persino team manager della squadra di calcio della sedicente “nazionale padana” che ha vinto pure la coppetta del nonno ai mondiali in Lapponia.
Dopo mesi di lavoro ai fianchi del padre, un risultato pare l’abbia ottenuto: un bel posticino in Regione.
E poi ci sono quei giovinastri fannulloni che si lamentano perchè è difficile scovare un posto di lavoro a 22 anni.
Seguissero gli esempi della padagna del magna magna un posto l’avrebbero già trovato, anzichè oziare ai giardinetti.
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