IL GOVERNO SPERA NEGLI SBADATI E NEGLI STAKANOVISTI
IN ATTESA DEL MIRACOLO: PER FAR COSTARE MENO QUOTA 100 E REDDITO DI CITTADINANZA IL GOVERNO ORA SPERA CHE MOLTI NON CHIEDANO IL SUSSIDIO E ALTRI NON VOGLIANO ANDARE IN PENSIONE CON IL 20% IN MENO
Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. E di sbadati.
Quelle odierne sono ore febbrili nel cercare di asciugare i soldi necessari per il reddito di cittadinanza e la riforma della legge Fornero in modo da far entrare la convessa manovra del popolo nell’angusto spazio concavo dei desiderata di Bruxelles.
La soluzione allo studio è a metà tra la banalità e la bizzarria: puntare sulla “dimenticanza” dei potenziali beneficiari.
Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono rimasti entrambi perplessi dal taglio di oltre 7 miliardi dalla legge di bilancio negoziato con l’Europa.
Sottogoverno e tecnici del ministero dell’Economia e del Tesoro sono all’opera senza soluzione di continuità per trovare gli aggiustamenti di sorta.
Su quota 100 il quadro sembra abbastanza chiaro. I circa due miliardi di risparmi messi nero su bianco dal sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon deriveranno da una modulazione accorta delle finestre di uscita.
Ma il Carroccio fa leva sul fatto che non tutti coloro che acquisirebbero il diritto allo scivolo ne usufruiranno realmente. E basterebbe che uno su quattro dei 450mila pensionandi decidessero di continuare a lavorare, ed ecco che il tesoretto accumulato andrebbe a ingrossarsi.
È sicuramente il capo politico del Movimento 5 stelle ad essere più in difficoltà . Perchè il reddito è una misura meno flessibile, la platea e gli importi fissati da tempo. Così ecco il coniglio dal cilindro.
Fonti del Governo parlano di un “aggiustamento tecnico/statistico: nella valutazione della platea si è inserito un aggiustamento del 10% dovuto a un fattore statistico. Se sono 100 ad averne diritto, non significa che siano poi effettivamente tutti e 100 a fare concretamente la domanda”.
Per dimenticanza, chissà , o magari per una valutazione del costo opportunità nel compilare scartoffie nel caso degli assegni più bassi.
Palazzo Chigi si aggrappa al precedente del Reddito d’inclusione, varato da governo Gentiloni, spiegando che in quel caso la percentuale di richiedenti “era molto più bassa di chi ne aveva diritto”.
Ore di grandi lavorio, di nervosismi, di due fronti, quello dei Palazzi Romani e quello delle algide architetture di Bruxelles, da presidiare.
Confidando nella sbadatezza degli italiani.
E che Bruxelles non chieda, come è probabile, un altro taglio di 3 miliardi.
(da “Huffingtonpost”)
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