IL RELITTO DEL NORMAN E’ ATTRACCATO A BRINDISI, ALTRI 4 INDAGATI
PRIMO SOPRALLUOGO NEL POMERIGGIO
Il Norman Atlantic è attraccato al porto di Brindisi.
Tra i primi a scendere dal rimorchiatore Marietta Barretta sono stati gli 8 vigili del fuoco che da una settimana si trovavano a largo delle acque albanesi, impegnati nelle operazioni di salvataggio.
Strette di mano e abbracci con colleghi e familiari. “Dentro la nave c’è un’aria lugubre“, racconta uno degli operai che si sono occupati delle operazioni di salvataggio. Molti soccorritori hanno raccontato che la sensazione è che a bordo ci sia “più di qualche morto“.
Intanto, la procura di Bari ha formalizzato l’iscrizione nel registro degli indagati di altre quattro persone, oltre al comandante e all’armatore: si tratta di due membri dell’equipaggio e di due rappresentanti della ditta greca noleggiatrice, la Anek Line. In Puglia stanno arrivando, dalla Grecia, 8 famiglie di passeggeri dispersi.
Magistrato e vigili del fuoco saliti a bordo.
Operai: “Più di qualche morto”.
Poco dopo l’attracco della Norman Atlantic, i primi a salire a bordo sono stati i Vigli del Fuoco, per spegnere gli ultimi focolai, e il pm della procura di Bari, Ettore Carminali, per effettuare il primo sopralluogo e cercare la scatola nera.
Scesi a terra dopo giorni passati in mare a svolgere le operazioni di soccorso, gli uomini a bordo dei rimorchiatori hanno raccontato i momenti più difficili dell’intervento: “Sono stati i giorni migliori della mia vita — ha dichiarato Luigi Manesi, comandante del rimorchiatore Tenax -, abbiamo salvato molte persone. Il momento più difficile? Quando Giacomazzi ci ha gridato ‘date tutto adesso, abbiamo le fiamme a 4 metri da noi”.
Gli altri operai saliti sul traghetto raccontano di “un’aria lugubre” all’interno della nave e in molti dicono che la sensazione è che a bordo ci sia “più di qualche morto“.
Identificate 8 delle 9 vittime: non c’è Balzano.
Otto dei nove corpi recuperati dopo il naufragio della Norman Atlantic hanno un nome. Oltre ai due camionisti campani, Michele Liccardo e Giovanni Rinaldi, sono stati identificati altri sei cadaveri: Omar Kartozia, Racha Charif, Muller Afroditi, Havise Savas, Sasentis Nikolaus Paraschis, Kostantinos Koufopuolos.
Tra questi non c’è il corpo di Carmine Balzano, il terzo autotrasportatore campano disperso. C’è un ultimo cadavere ancora da identificare che, dai primi controlli, sembra appartenere a un uomo. Oltre ai nove corpi, la magistratura barese ha stimato altre due vittime certe che non sono state recuperate durante le operazioni di soccorso dei naufraghi.
Quattro nuovi indagati: ci sono anche due italiani.
Lunedì, la procura di Bari ha formalizzato l’iscrizione nella lista degli indagati di altre quattro persone. Tra questi, ci sono il legale rappresentante della Anek Lines e un dipendente dell’azienda, Fantakis Pavlos. Gli altri due sono membri dell’equipaggio del traghetto: il primo ufficiale di coperta, Luigi Iovine, un 45enne napoletano, e Francesco Romano, 56enne siciliano, secondo ufficiale di macchina.
Comandante Giacomazzi: “Errori anche da parte della compagnia”.
Vanno separate le responsabilità nautiche da quelle commerciali. È questo il riassunto delle parole pronunciate da Giacomazzi, sentito giovedì dai pm che indagano sull’incidente del traghetto salpato dalla baia di Valona.
Da quello che si legge dagli stralci dei verbali pubblicati dal Corriere della Sera e da Repubblica, il comandante ha dichiarato che a rendere difficili le operazioni di salvataggio dei passeggeri sono stati l’”overbooking” praticato dalla compagnia e la mancanza di risposte dalla Grecia ai messaggi d’aiuto lanciati dalla nave alla deriva.
Una responsabilità , quella riguardante l’eccessivo numero di passeggeri, che Giacomazzi fa ricadere sulla compagnia greca, sostenendo che, se la Anek Line avesse rispettato il numero massimo di persone trasportabili sul traghetto, il calcolo dei dispersi sarebbe stato più semplice.
Il comandante, ha dichiarato, “non ha funzioni di polizia” sulla nave, “io do disposizioni, ma non posso fare nulla se non vengono rispettate”.
Poi aggiunge: “Ho fatto il mio dovere, nessun eroismo. Mi ha fatto molto male che ci siano state delle vittime, quello che è successo è una tragedia, ma mi dico che chi ha seguito le istruzioni che abbiamo dato si è salvato; purtroppo in quei momenti il panico può spingerti ad azioni incontrollate”.
Giacomazzi, poi, si sofferma sugli errori e le irregolarità commesse dall’equipaggio durante le operazioni di salvataggio e di gestione delle scialuppe: “Ho dato l’ordine di approntarle — ha detto — ma non di ammainarle. Su di ognuna possono salire al massimo tre componenti dell’equipaggio, ma su quella calata in mare ce n’erano almeno tre”.
Da lunedì le autopsie.
Lunedì mattina alle 11 inizieranno le analisi sui nove corpi recuperati dopo il naufragio della norman Atlantic. Il pm della Procura di Bari, Ettore Cardinali, ha affidato a un team di medici legali dell’Università e del Policlinico di Bari l’incarico di effettuare le autopsie. Solo dopo i risultati delle analisi si potranno stabilire le cause della morte dei passeggeri.
Andrea Tundo
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply