IL RIMORSO DEL M5S: “LA COMUNITA’ LGBT NON CI PERDONERA’ MAI QUESTA MOSSA, ABBIAMO FATTO UN CASINO”
LE ASSOCIAZIONI: “GIUDA, TRADITORI, VI SCORDATE IL NOSTRO VOTO”.. E RENZI PASSA ALL’INCASSO
Il giorno dopo è quello del rimorso.
Dopo il no al canguro, l’emendamento Marcucci che avrebbe portato la legge sulle unioni civili lontano dalle sabbie mobili di voti segreti ed emendamenti trappola, nel M5S si respira amarezza.
Facce tirate, sorrisi a mezza bocca, sussurri impercettibili per ammettere che «loro», quelli delle associazioni Lgbt, questa non gliela perdoneranno mai.
E «loro» si sono materializzati di buon mattino nella sala Italia del Senato. Quando Alberto Airola e Paola Taverna sono usciti dalla buvette gli si sono fatti incontro per chiedere spiegazioni.
Ne è nato un duro confronto, con i membri delle associazioni gay che accusavano i Cinquestelle di aver «svenduto i diritti per un cavillo», e i due senatori lì a difendere la decisione presa.
Con uno di loro, di nome Valerio, Airola si sarebbe anche scusato.
«Capisco che dicendo no al canguro vi sentiate traditi e me ne scuso», avrebbe detto al culmine di una giornata da parafulmine.
D’altra parte, ragionano ai piani alti del Movimento, era stato lui a esporsi troppo, a promettere un appoggio quasi incondizionato che il M5S non è e non è mai stato in grado di offrire.
Ma gli attacchi più feroci sono arrivati dalla base.
Ieri su Twitter i follower del senatore torinese hanno preso d’assalto il suo profilo. «Giocate sulla pelle delle persone. A voi la coerenza e a noi lo status di cittadini di serie B», dice il messaggio più gentile.
«Del Pd non mi frega nulla, io mi fidavo di te, giuda», gli rinfaccia qualcuno, mentre qualcun altro gli fa notare che «chi vi contesta qui con rabbia non lo fa perchè votava Pd. Non avete perso il voto Pd ma quello Lgbt per sempre».
Ma ieri era il giorno del rimorso, si diceva. Soprattutto per i parlamentari. Il fronte del sì alle unioni civili comprensive di stepchild adoption nel M5S resta coeso e si misura col paradosso di aver detto no all’emendamento che avrebbe permesso di cogliere l’obiettivo.
Sul fuoco che arde silenzioso in quel fronte ha provato a soffiare Federico Pizzarotti.
Il sindaco di Parma, da sempre anima eretica nel Movimento, ieri ha attaccato la decisione dei suoi: «Ddl Cirinnà , un’occasione persa. “A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca”. Don Milani, frase che si adatta spesso bene».
Una considerazione che, al netto della risposta immediata dei fedelissimi alla linea oltranzista, ha provocato più di una crepa nel convincimento dei Cinquestelle di stanza a palazzo Madama tanto che una senatrice M5S a fine giornata ammette: «Forse ha ragione Pizzarotti: abbiamo fatto un casino».
Francesco Maesano
(da “La Stampa”)
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