IL RITARDO DELLA RAGGI HA SOLO UNA CAUSA: LA MALEDUCAZIONE
LA CORTESIA E L’EDUCAZIONE NON SONO INUTILI ORPELLI DI UN MONDO CORROTTO, SONO IL MINIMO CHE RIMANE QUANDO TUTTO IL RESTO MANCA
Noi a Roma quando siamo in ritardo diciamo che è colpa del traffico. Lo possono dire tutti tranne chi è responsabile del buon funzionamento della circolazione: per esempio il primo cittadino di Roma non lo può dire.
Infatti la sindaca Raggi per motivare la buca data al presidente del Coni Giovanni Malagò ha addotto “motivi istituzionali”: peccato fosse a mangiare un minestrone di verdure al Ristorante Cucina romana da Dino in zona Piazza Indipendenza.
E così le è rimasta la spiegazione più generica del mondo “ho avuto un contrattempo e non sono riuscita ad arrivare puntuale”, frase che non regge neppure se a dirla è lo studente che si giustifica per il ritardo alla prima ora.
Che poi la medesima persona chiami in causa “l’irresponsabilità ” per giustificare la rinuncia alla candidatura olimpica della capitale del paese è, a dir poco, un ossimoro. Perchè la Raggi non ha detto questo suo legittimo pensiero attorno al tavolo cui lei era attesa dalle persone che aveva chiamato a convegno ma ai giornalisti dopo che, a causa del suo ritardo, era saltato l’appuntamento con il presidente del Coni.
Giovanni Malagò uscendo ha spiegato: “Siamo entrati alle 14:23 in Campidoglio e ci hanno fatto accomodare nel salottino della sindaca. Attorno alle 15 ho chiesto per la seconda volta notizie della sindaca e mi è stato riferito che stava arrivando, aveva un incontro istituzionale con il ministro Delrio. Alle 15:07 abbiamo detto che magari se ci vuole parlare, ci dedica più attenzione e rispetto nei confronti del mondo che rappresentiamo. Ce ne andiamo perchè 35 minuti di attesa sono troppi, abbiamo stravolto le nostre agende per essere puntuali e per più di mezz’ora abbiamo aspettato… è troppo”.
“Ho avuto un contrattempo” è il più comune dei luoghi comuni e i luoghi comuni sono come i proverbi: non dicono tutto ma quello che dicono è vero.
Qui, quello che emerge, è semplicemente la maleducazione.
Non è tutta colpa del relativismo e del deserto di valori e dei conflitti economici tra le multinazionali e i partiti: a volte il motivo è una solida e ben radicata maleducazione, tutto qui.
Non si fanno attendere le persone, si saluta quando si entra in una stanza, non si dà del tu ai grandi e a chi non si conosce, se sbagli chiedi scusa e appena possibile ripari, e così via.
Piccole e poche regole che rendono una società , una “società civile”.
Che rendono la convivenza desiderabile, che rendono credibile la serietà di una persona. Che rendono possibile mettere intorno a un tavolo quelli del Sì e quelli del No, quale che sia la questione.
La cortesia e l’educazione non sono inutili orpelli di un mondo ipocrita e corrotto: sono il minimo che rimane quando tutto il resto manca.
E quando manca anche questo è davvero difficile ripartire.
Mauro Leonardi
(da “Huffingtonpost”)
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