INCENDI, AZZERATI I FONDI DELLA PREVENZIONE: DA 10 MILIONI L’ANNO A ZERO IN 15 ANNI
CURCIO PUNTA IL DITO CONTRO I GOVERNI… “SOLO NEL 2017 DANNI PER 900 MILIONI, SIAMO A 9 MILIARDI NEGLI ULTIMI SEI ANNI”
Da 10 milioni l’anno a zero. La politica ha deliberatamente chiuso i rubinetti della prevenzione antincendio con la miopia tipica dei tagli lineari, dando così un contributo essenziale all’ennesima emergenza nazionale.
Lo ha denunciato lo stesso Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio nella sua audizione in Commissione Territorio e Ambiente al Senato di due giorni fa: “La legge quadro 353 sugli incendi boschivi del 2000 era innovativa. Prevedeva che ci fosse un finanziamento da parte dello Stato per l’attività di prevenzione. Quel finanziamento si è negli anni assottigliato fino a essere nullo. Credo che un segnale, se possibile, sarebbe positivo: la prevenzione è collegata alle risorse, alla pulizia del sottobosco e di altre aree, all’organizzazione di attività di vigilanza”.
L’indomani, cioè ieri, il ministro Galletti ha riferito in aula sull’emergenza, ma ha attentamente evitato di rispondere sul tema — spinosissimo — delle responsabilità politiche al quale lo hanno subito richiamato diversi gruppi parlamentari, al punto che Sinistra Italiana ne ha chiesto apertamente le dimissioni mentre il Movimento Cinque stelle annuncia una mozione di sfiducia.
Era stato direttamente Curcio, al Senato, a mettere il dito nella piaga.
La legge del 2000 per le attività di prevenzione e lotta agli incendi boschivi finanziava le regioni con 20 miliardi di vecchie lire l’anno per il triennio successivo, ovvero l’equivalente di 10,3 milioni di euro l’anno.
Stabiliva poi che a decorrere dal 2003 si sarebbe proceduto con “stanziamento determinato dalla legge finanziaria”.
Ed è qui che si è esercitata la politica dei tagli e delle riorganizzazioni funzionali — su tutte quella della Forestale inglobata in altri corpi di polizia dal governo Renzi — che a distanza di anni presenta il conto, non certo a fronte di uno scampato pericolo. : “Dal primo gennaio — ha riferito Curcio — abbiamo dovuto affrontare 955 richieste di intervento della flotta nazionale per lo spegnimento di incendi. Un record assoluto degli ultimi 10 anni”.
Ma quanti fondi, rimessi in questo modo alla discrezionalità di scelte politiche, sono stati stati stanziati per impedirlo?
Ancora nel 2008 erano stati stanziati 8 milioni di euro.
Nel 2011, l’anno del terrore di un default per l’Italia e della staffetta Berlusconi-Monti, calano a 5 milioni per poi essere quasi azzerati del tutto in sede di conferenza permanente Stato-Regioni.
Nel 2015, ad esempio, il fondo è stato ridotto a 1,2 milioni.
“Si può dire che lo Stato insieme alle Regioni hanno chiuso i rubinetti alla prevenzione”, dicono alla Protezione Civile. L’effetto è davanti agli occhi di tutti, scorre nei titoli dei tg e sulle prime pagine dei quotidiani da settimane: “Emergenza”. “E’ chiaro — è il ragionamento degli uomini di Curcio — che se togli i fondi per fare prevenzione e controllo e deleghi la materia alle regioni non puoi più garantire la sicurezza delle aree boschive. Basta tagliare gli organici che non si pattugliano più le zone a rischio, non si fanno le vie di fuga. E quando un incendio divampa il danno è ingentissimo, se doloso è anche per la mancanza di deterrenti incoraggia i criminali”. Ma la politica fa l’esatto contrario.
Proprio i numeri, del resto, rivelano il reale costo dei supposti “risparmi” ottenuti negli anni prosciugando anche i fondi della prevenzione incendi.
“Parliamo di 900 milioni di danni da incendi solo quest’anno, 9 miliardi negli ultimi sei”, scandisce Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. Il costoso azzardo del ceto politico ha un contrappasso paradossale: mentre divampano le polemiche si candida a far luce sugli incendi il Senato con la sua “indagine conoscitiva” in commissione Ambiente. Sapendo che il piromane è da stanare chissà dove, ma la politica incendiaria abita proprio nel Palazzo.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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