INTERVISTA A COTTARELLI: “ITALIA FRAGILE, SI RISCHIA DI TORNARE AL 2011”
“SE UN GOVERNO NON CE LA FA, MEGLIO NUOVE ELEZIONI”
“La lettera di Tria magari servirà a indurre la Commissione europea a rimandare l’eventuale procedura sul debito a dopo l’estate. Ma non può indurci a stare tranquilli. Rischiamo di tornare al 2011-2012, con lo spread che arriva a 500-600 punti… Voglio dire che la ‘casa Italia’ è fragile equindi, o perchè non si trova la quadra per il 2020 o perchè c’è un peggioramenteo del mood dei mercati o perchè ci sono degli scossoni, delle guerre, insomma in questi casi noi siamo i primi della lista a essere attaccati dai mercati”.
Come oggi, esattamente un anno fa, Carlo Cottarelli saliva al Quirinale per rimettere l’incarico di formare un governo.
Sergio Mattarella aveva pensato a lui, ex commissario della Spending review, ex Direttore del Dipartimento di Finanza Pubblica all’Fmi, quale premier di un governo tecnico in mancanza di una maggioranza dopo le politiche del 4 marzo.
Durò pochi giorni. Al 31 maggio 2018 l’idea di un governo Cottarelli era già sfumata, perchè nel frattempo Matteo Salvini e Luigi Di Maio avevano cambiato idea, pronti a sostenere insieme un esecutivo con un altro premier, Giuseppe Conte appunto.
A un anno dai fatti e soprattutto nel bel mezzo di tante preoccupazioni sui conti pubblici, con lo spread tornato di nuovo ballerino e i mercati che sembrano ritenere l’Italia più rischiosa della Grecia, Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti pubblici dell’Università Cattolica, ci concede questa intervista.
Oggi lo spread è salito ai livelli massimi toccati a dicembre, 296 punti, dopo è sceso ma comunque ha chiuso in rialzo a 286. Sembra che i mercati considerino i titoli italiani più rischiosi di quelli greci. E’ davvero così?
Infatti, nella seconda parte della giornata è sceso. Non enfatizzerei troppo, il problema è generale. Ma è vero che lo spread è già più alto di un mese fa, ben prima di subire i possibili effetti della discussione tra il governo e la Commissione europea sulla manovra 2020, discussione che non è ancora iniziata.
Oggi il ministro Tria ha risposto alla richiesta di spiegazioni di Bruxelles. Come valuta la lettera del ministro?
E’ una lettera che cerca di dare delle spiegazioni e io penso che sarà sufficiente per far rimandare le cose.
Cioè ritiene che la lettera riuscirà a convincere la Commissione a non annunciare l’apertura di procedura per debito mercoledì prossimo?
Per il 2018 e il 2019, Tria ha argomenti validi e le cose non sono cambiate molto dal dicembre scorso. L’economia è cresciuta meno e questo spiega l’aumento del deficit. Ma la lettera è poco convincente sul 2020-2022. Come si fa a raggiungere l’obiettivo di un disavanzo nominale al 2,1 per cento, cui si fa esplicito riferimento, se poi nella stessa lettera si dice che i partiti politici non vogliono aumentare l’Iva? Che vuol dire questo? I partiti politici sono Lega e Cinquestelle e sono al governo insieme a Tria! E a volte dicono di voler sfondare il 3 per cento del rapporto tra deficit e pil, altre che devono finanziare la flat tax in deficit, ecc. Questi annunci rendono il quadro instabile e oscuro.
Nella lettera Tria annuncia tagli al welfare, giusto leggerla in questo modo?
A me sembra che si tratti di qualcosa di già scontato e non di nuovi tagli. Credo si riferisca al fatto che il reddito di cittadinanza è costato meno di quanto preventivato. Si parla invece di trovare i soldi per la flat tax… Ma data tutta questa incertezza, mercoledì prossimo la Commissione potrebbe rimandare il giudizio a settembre in occasione della presentazione del piano di medio termine e lì prendere una decisione. Non mi piace scommettere ma se fossi forzato a farlo, dire che il 5 giugno il rapporto della Commissione non conterrà la stessa frase critica che c’era nel rapporto dello scorso novembre.
La frase critica era che la procedura sul debito sarebbe “giustificata”, poi fu rimandata a dopo il voto, come si sa.
Sì, penso che in questa fase, considerato che la Commissione Juncker è in uscita, prevarrà un tono più interlocutorio.
Non la sento allarmato dalla situazione economica italiana.
Invece lo sono ma il problema scoppierà a settembre-ottobre. Perchè resta un buco nel bilancio 2020 e ancora non si è capito come lo riempiono. Dunque potrebbe ripetersi una crisi sui mercati, con lo spread che sale rapidamente, partendo già da un livello alto. Lo scenario è che rischiamo di tornare alla situazione del 2011-12.
Fu la situazione che portò al governo Monti. Prevede un altro governo tecnico? Esattamente un anno fa lei era al Quirinale, Mattarella le diede l’incarico di formare un governo, poi non andò così…
No. Io vedo il rischio che lo spread arrivi a 500-600 punti percentuali di differenza col bund tedesco. Magari non si verificherà ma il rischio c’è. E’ vero che alla fine i mercati sono abbastanza tolleranti e gli eventi del 2011 sono davvero rari. Ma la ‘casa Italia’ è fragile e quindi, o perchè non si trova la quadra per il 2020 o perchè c’è un peggioramenteo del mood dei mercati o perchè ci sono degli scossoni, delle guerre, insomma in questi casi noi siamo i primi della lista a essere attaccati dai mercati.
Se tutto questo avviene, ci si può immaginare la riedizione di un governo tecnico alla Monti come se 8 anni non fossero passati?
Io credo che questo governo terrà , se non ci sono problemi, se non c’è una crisi finanziaria: alla fine, si metteranno d’accordo. Se invece lo scenario è di crisi, se ci fosse una crisi economica che si estende a una crisi politica, allora l’unica cosa sensata è andare a nuove elezioni. Resta in carica il governo corrente fino a nuove elezioni.
Un anno è passato: il governo tecnico che lei avrebbe potuto guidare sarebbe stato sufficiente a evitare l’attuale situazione di preoccupazione?
Il mio governo tecnico sarebbe stato lì per uno scopo molto limitato, massimo 4 mesi, per fare delle cose e portare il paese a nuove elezioni. Una specie di ‘governo balneare’. Per fare riforme vere ci vuole una maggioranza politica e questa c’è ora. Non vedo alternative al governo attuale.
Non c’è all’orizzonte un altro tentativo di governo Cottarelli, mi permetta…
Non c’è al momento una maggioranza di governo alternativa a quello attuale. Gli italiani hanno votato e l’unica maggioranza possibile è quella che è stata formata da Lega e M5s. Andranno avanti, anche se non è solidissima. Se non ce la fanno, vedo le elezioni.
Ecco, allora il discorso è tutto politico. La critica all’austerity è diventata quasi tutta appannaggio dei soli sovranisti, a giudicare da quanti voti prendono. Per l’opposizione non populista si tratta di trovare il modo di convincere l’elettorato sulle ricette di lungo periodo per rimettere in sesto i conti. Come si fa?
Dipende da cosa intendiamo per austerity. L’austerity è la modalità per evitare un aumento del deficit con un taglio drastico del deficit. Ecco questa secondo me non è la soluzione per l’Italia. Io sono per natura gradualista. Ritengo necessarie politiche che rilancino la crescita senza usare i soldi pubblici per poi mettere da parte le maggiori entrate che arrivano. Ecco questa non la chiamerei austerity: non è necessario fare i tagli alla spesa pubblica. Se avessimo iniziato dal 2015, avremmo il bilancio in pareggio senza fare tagli. Dobbiamo fare riforme che riducano la burocrazia, rendano più facili gli investimenti senza far impazzire gli imprenditori, combattere la corruzione, ridurre le tasse ma trovare risparmi sul lato della spesa: se cosi si recupera competitività , si cresce.
(da “Huffingtonpost“)
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