INTERVISTA A DANIELE MEUCCI, L’INGEGNERE PISANO NUOVO RE DELLA MARATONA: “E PENSARE CHE MI HANNO OBBLIGATO A CORRERLA”
“ORA MI SENTO SULLA SCIA DELLA STORIA DI BORDIN E BALDINI”
Daniele Meucci, dopo l’oro si è finalmente convertito dalla pista alla strada?
«Direi di sì, la maratona è la regina dell’atletica: la pista è bella, mi piace, mi manca ma oggi correndo per strada ho capito che è un’altra cosa. E’ partita la scintilla».
Chi l’ha convinta?
«Ci hanno provato in tanti ma ho dovuto decidermi io. Continuavano a ripetere che potevo proseguire la tradizione di Bordin e Baldini, che c’erano le potenzialità ma solo oggi sento di aver preso davvero quel testimone. Loro hanno fatto la storia di questo sport, io posso provare a seguire la strada».
Prima maratona?
«Roma, nel 2010: contro la mia volontà ».
E come ci è tornato?
«Con una scommessa sui tempi con il mio tecnico Massimo Magnani. Ha vinto un pronostico e io gli dovevo un altro tentativo. E poi Gelindo Bordin mi ha fatto firmare con il mio sponsor, la Diadora, e al momento dell’accordo mi ha detto: se metti il tuo nome lì passi alla maratona».
E quando si è convinto davvero?
«Dopo New York, l’anno scorso. Ma solo dopo questo oro so che è la direzione è giusta».
Dove lo trova il tempo per il dottorato in università ?
«Fermo da 4-5 mesi causa atletica. Devo ringraziare il mio tutor. Lavoriamo su un progetto di automazione dei robot marini per le esplorazioni fondali, arrivano a 300 metri di profondità ».
Per questo si allena nell’acqua, per sperimentare.
«Già , sono nella fase subacquea. Corro in piscina e quando il tempo lo permette in mare. Preserva dagli infortuni»
Cosa ha pensato quando ha visto il traguardo in solitaria?
«Ai miei figli, mi riempiono la vita»
La sua vita è pienissima. Dottorato, atletica, famiglia.
«E’ bello non stare concentrati solo sulle gare, sono importanti sì ma non possono essere il centro dell’universo. Sono grato di avere anche un’esistenza che non dipende dai risultati»
Giulia Zonca
(da “La Stampa”)
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