INTERVISTA A ZINGARETTI: “FACILE TAGLIARE, IN QUESTO MODO PAGHERANNO I NOSTRI CITTADINI”
“HO GIA’ RIDOTTO LE SPESE, ANCORA COSI’ E ANDRANNO IN CRISI SANITA’ E TRASPORTI”
«Noi siamo stati eletti dai cittadini e abbiamo il dovere di segnalare gli effetti catastrofici che produrrebbe questa legge di stabilità ».
Non ha paura di essere ascritto alla categoria dei “gufi”, Nicola Zingaretti, presidente di una Regione, il Lazio, che da 8 anni viaggia con il fardello di una sanità commissariata.
Non è un renziano, ma schiva le voci che lo vedrebbero futuro competitor del premier: «Non l’ho votato al congresso – ricorda – ma lo sostengo e credo rappresenti uno shock positivo per l’economia e l’immagine dell’Italia».
Eppure…
«Eppure stavolta sta commettendo un errore: troppo facile tagliare le tasse con i soldi degli altri. È come se invito gente a pranzo e a cena, faccio bella figura, ma poi paga qualcun altro».
In questo caso le Regioni.
«Sì, ma a subire gli effetti sono i cittadini che si vedrebbero tagliare la sanità , i trasporti per i pendolari, le borse di studio. È matematica: la spesa delle Regioni è per l’80% sanità , per un 10% trasporto pubblico e per un altro 10% tutto il resto. Dire che vuoi tagliare 4 miliardi (che si andrebbe ad aggiungere al miliardo e 600 milioni delle precedenti finanziarie) significa per forza mettere mano ai servizi».
O aumentare le tasse?
«A dire il vero noi abbiamo previsto di diminuire Irap e Irpef dal 2016 se questo sforzo non viene vanificato da una sottrazione di risorse. L’aveva scritto anche il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. Cito testualmente: “I risparmi ottenuti a livello locale dovrebbero essere usati per ridurre la tassazione locale”. La verità è che una manovra scritta in questo modo provocherebbe inevitabilmente uno spostamento del prelievo fiscale dal centro alla periferia. Un gioco delle tre carte».
Un’operazione di immagine? Governo buono, enti locali cattivi?
«No, non è una questione di immagine. L’obiettivo che vuole perseguire il governo è giusto e io lo condivido appieno ma non bisogna mettere in crisi i servizi che garantiscono la competitività del sistema, dai trasporti all’università ».
Renzi vi invita a cominciare dai vostri sprechi, i renziani le ricordano che nel Lazio c’è l’Irpef più alta d’Italia: possibile che non ci siano spese da tagliare?
«Noi in un anno e mezzo abbiamo tagliato 400 poltrone, eliminato le auto blu e vitalizi, dimezzato gli stipendi, chiuso oltre 12 società regionali, stiamo riducendo i primari di 400 unità , abbiamo messo in efficienza la macchina amministrativa e siamo stati i primi ad aver introdotto la fatturazione elettronica. Tagliare ancora è giusto, e infatti lo stiamo facendo, a volte più del governo».
Non trova singolare che le critiche maggiori alla legge di stabilità siano arrivate proprio dai governatori del Pd?
«I governatori del Pd in questi mesi hanno sostenuto con forza e coerenza l’azione del governo. Cito solo la decisione di co-finanziare la misura degli 80 euro in busta paga con il via libera a 700 milioni di tagli alle Regioni. Abbiamo però il dovere di segnalare gli errori».
Pronti a diventare i nuovi “gufi”?
«Non ce n’è motivo. Lo sforzo del governo è il nostro ma bisogna dirsi quando si sbaglia».
Mauro Favale
(da “La Repubblica”)
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