INTERVISTA AL COSTITUZIONALISTA AZZARITI: “MA NON SARA’ FACILE CHIEDERE IL REFERENDUM SULL’ITALICUM”
“OCCORRE UNA TECNICA DI RITAGLIO, INDIVIDUANDO PIU’ PARTI”
Non è “amico” dell’Italicum.
Tuttavia Gaetano Azzariti, costituzionalista della Sapienza, ritiene che questo «frutto della disinvoltura costituzionale » sia più difficile da mettere nell’angolo per com’è stato costruito.
Considera «il referendum tramite il ritaglio della legge forse la via più impervia ».
Anche se, «solo una volta definito il quesito si potrà prevedere l’esito dinanzi alla Consulta».
Da sempre la via più rapida per far cadere una legge elettorale è il referendum. Lo sarà pure per l’Italicum?
«Non è facile individuare le parti da sottoporre a questa procedura. La giurisprudenza costituzionale impone che l’abrogazione di una legge elettorale non comporti la “paralisi di funzionamento”. Ciò significa che si possa votare con una legge in vigore».
L’Italicum è un fortino inattaccabile?
«No, questo è troppo. È vero però che bisognerebbe utilizzare una sofisticata tecnica di ritaglio in grado di cancellare le numerose criticità costituzionali della legge e al contempo proporre un nuovo sistema elettorale subito applicabile».
Non si può immaginare un referendum. Ma c’è chi ci sta pensando. La giudica una strada che sbatte sulla Consulta?
«Una legge fortemente incostituzionale costringe a cercare tutte le strade per approdare alla Corte. Quella del referendum è forse il sentiero più impervio, ma altre vie sono perseguibili e saranno perseguite ».
Pensa che, come per il Porcellum, alla fine spunti l’Aldo Bozzi di turno, se non lui stesso, che andrà in Tribunale?
«È uno dei pochi fatti certi in uno scenario confuso e incerto. La sentenza sul Porcellum ha aperto le porte a questa ipotesi. Non voglio, nè posso sostituirmi alla Corte, ma sono sicuro che la questione le verrà proposta. La Consulta affronterà di nuovo gran parte delle questioni che pensava, e noi tutti pensavamo, fossero risolte. Una nuova dichiarazione di incostituzionalità sarebbe la più profonda delegittimazione del sistema politico».
Quali sono gli svarioni che vede nell’Italicum?
«La Corte ha operato un bilanciamento tra legittimi strumenti di stabilizzazione dei governi, la “mitica” governabilità e le necessarie garanzie della rappresentanza. La legge assicura solo la prima annullando il necessario principio costituzionale della rappresentanza democratica».
I punti davvero critici?
«Sono i quattro pilastri d’argilla della legge: il premio attribuito anche a una lista dalla scarsissima rappresentanza reale; i capilista che per i partiti piccoli e medi riguarderà il 100% degli eletti; le pluricandidature che rimetteranno nelle mani del partito la scelta dell’eletto; la diversità delle norme tra Camera e Senato che introduce non tanto una semplice differenza, quanto un’assoluta irrazionalità del sistema».
Liana Milella
(da “La Repubblica”)
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