ISRAELE, PRONTO IL GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE SENZA NETANYAHU
ACCORDO TRA DESTRA NAZIONALISTA E PARTITO CENTRISTA
Israele potrebbe avere un governo senza Netanyahu. A tre giorni dalla scadenza del mandato esplorativo, dopo le elezioni del 2 marzo, arriva l’annuncio della formazione di un governo con un altro premier.
“Vi annuncio che farò un governo di unità nazionale con Lapid, per far uscire Israele dalla voragine”, ha detto il leader della formazione di destra nazionalista Yamina, Naftali Bennett, che accetta così l’invito del partito di opposizione centrista Yesh Atid.
“Con Lapid ci sono diversità ma siamo intenzionati a trovare l’unità. Lapid è molto maturato”. Un’alleanza che porrebbe fine allo stallo politico in cui naviga Israele dal novembre 2018, nonché a 12 anni ininterrotti di governo di Netanyahu, il più longevo della storia del Paese.
“Intendo agire con tutte le mie forze per formare un governo unitario con Lapid. Quattro tornate elettorali – ha spiegato Bennett durate una conferenza stampa – hanno indebolito il Paese. Si tratta di una crisi politica senza eguali nel mondo. Stiamo smontando l’edificio dello Stato e rischia di crollare tutto”.
Bennett ha poi attaccato Netanyahu: “Chi dice che c’è un governo di destra a portata di mano, si sbaglia. Non c’è. Non esiste un governo di destra di Netanyahu. Chi lo dice mente. Anche stamane c’è stato un altro tentativo – ha aggiunto Bennett riferendosi all’appello avanzato dall’attuale premier – io sarei stato possibilista, ma non c’era la maggioranza. Netanyahu intende trascinare tutto il campo nazionalista verso la propria Masada personale”.
Quello con Lapid, ha concluso il leader di Yamina, “non solo non è un governo di sinistra come dice Netanyahu, ma sarà anzi più spostato a destra di quello attuale. Non faremo ritiri e non consegneremo territori”.
Non si è fatta attendere la reazione di Netanyahu che ha subito accusato Naftali Bennett di commettere “la frode del secolo”. Il premier ha detto di aver fatto offerte “incredibili” al partito di Bennett che avrebbero impedito un “pericoloso governo di sinistra”, ma Bennett, secondo il primo ministro, “si preoccupa solo di se stesso”.
Potrebbe arrivare già nelle prossime ore l’accordo tra Yair Lapid e Naftali Bennett per la formazione di una coalizione che estrometterebbe Benjamin Netanyahu dal governo israeliano. L’accordo metterebbe fine all’era Netanyahu, dopo che il leader del Likud ha occupato la carica di primo ministro per 12 anni consecutivi. Netanyahu è al potere dal 2009, ma le ultime 4 elezioni hanno rimescolato le carte.
In un contesto politico esacerbato dalle tensioni con Hamas, Netanyahu sta provando a rimanere aggrappato al potere. Oggi, il premier uscente ha lanciato un ultimo appello chiedendo sia a Bennett, che guida il partito di estrema destra Yamina, sia a Gideon Saar della formazione «Nuova Speranza», di formare una coalizione che escluda il centrista Lapid. La proposta di Netanyahu, il cui futuro politico è reso ancora più incerto da un processo per corruzione, verte su una rotazione a tre nella premiership in un esecutivo fortemente sbilanciato a destra
Ad appoggiare il premier è stato nelle ultime ore il partito Sionista Religioso del deputato Smotrich. Saar ha però rifiutato, dichiarando che il suo partito «resta allineato alla sua posizione» di rimpiazzare Netanyahu. «Il governo del cambiamento», e anti Netanyahu, richiede a Lapid anche il sostegno di membri arabi del parlamento.
Una situazione di difficile equilibrio, resa ancora più complessa dal momento che attraversa il partito Yamina. Il suo leader, Bennett, appartenente all’estrema destra e da anni sostenitore della costruzione di insediamenti in Cisgiordania e dell’esproprio delle terre ai palestinesi, è alle prese con una crisi interna. Le frange più estremiste del suo partito non vedono di buon occhio l’alleanza con il più moderato Lapid.
Tuttavia, secondo i media locali, Bennett potrebbe annunciare già in giornata la sua decisione di allearsi con Lapid nella formazione di una coalizione che escluderebbe definitivamente Netanyahu dall’esecutivo. Secondo i termini dell’accordo, Bennett occuperebbe la carica di primo ministro per i primi due anni, per poi lasciare il posto a Lapid nei due anni rimanenti. Se Lapid dovesse fallire nel tentativo di formare un governo, il quarto nel giro di due anni, allora Israele dovrebbe andare alle urne per la quinta volta. Una eventualità che sia Lapid che Bennett vorrebbero evitare.
(da agenzie)
Leave a Reply