LA CAPOGRUPPO LEGHISTA A SAVONA CHE NON HA PAGATO 14.000 EURO DI TASSE AL COMUNE E NON SI DIMETTE
A UNA VERIFICA SI SCOPRE CHE E’ MOROSA DA TEMPO… MA SALVINI IERI NON AVEVA DETTO CHE CHI EVADE LE TASSE DEVE ANDARE IN GALERA? ALLORA PRECISI MEGLIO: SALVO CHE NON ABBIANO LA TESSERA DELLA LEGA, IN QUEL CASO SONO ESENTATI
Tutto rinviato al post elezioni politiche. La Lega Nord di Savona, sul “caso” di Alda Dallaglio, il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale a Palazzo Sisto, nella riunione di ieri sera, ha deciso di non forzare la mano chiedendo le sue dimissioni da capogruppo, come era stato ipotizzato da qualcuno.
L’antefatto, che ha determinato l’esplosione delle tensioni all’interno del Carroccio, risale agli ultimi giorni dello scorso dicembre, quando, a seguito di una serie di controlli sulla riscossione dei tributi, è emerso un debito della Dallaglio verso le casse di Palazzo Sisto di quasi 14mila euro, in qualità di amministratore unico dell’impresa El.ge.
Si tratta del “mancato pagamento del conguaglio, dovuto alle spese per l’assegnazione di un’area del Comune, in zona Paip a Legino (dove sorge l’azienda), in diritto di superficie”, come si legge nel testo.
Da qui, la decisione della Lega di affrontare all’interno del partito la vicenda, mettendo sulla bilancia anche l’ipotesi di chiedere le dimissioni della consigliera da capogruppo del Carroccio.
Si è optato, però, per demandare agli organi superiori del partito la decisione.
«Vista la complessità della vicenda — ha dichiarato il segretario provinciale Roberto Sasso Del Verme- si è deciso di demandare agli organi deputati, all’interno del partito, qualsiasi valutazione monitorando l’evoluzione della situazione».
La questione resta, di fatto, irrisolta e slitta ad una fase successiva, onde evitare inasprimenti all’interno del partito, a due mesi dalle elezioni politiche.
All’incontro di ieri hanno preso parte tutti gli assessori del Comune di Savona, appartenenti al Carroccio (Massimo Arecco, Paolo Ripamonti e Maria Zunato), insieme ai consiglieri, buona parte dei quali si è schierata in difesa della Dallaglio.
Un momento politicamente troppo delicato, però, per rischiare di sollevare polveroni e fratture nel partito.
Intanto Edoardo Rixi, vicesegretario della Lega, assessore allo sviluppo economico in Regione, ha dato il suo placet all’operato della Dallaglio definendola “un buon capogruppo”.
Tutto tace, quindi, almeno in apparenza, anche se la vicenda determinerà strascichi e rancori interni al partito, in uno scontro tra chi avrebbe preferito chiudere in modo netto, con le dimissioni da capogruppo, della consigliera.
Una decisione, quella del Carroccio, duramente criticata dal Movimento Cinque Stelle. « L’ennesima, imbarazzante brutta figura della Lega Nord- il commento di Manuel Meles-. La credibilità di questo partito, a livello locale quanto nazionale, è ridotta a zero: aveva annunciato le dimissioni, in nome della trasparenza, e si è rimangiata la parola. Un modus operandi a cui ci stiamo abituando, dalla gestione di Ata a quella della cremazione. La Lega promette e non mantiene».
(da “il Secolo XIX”)
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