LA CORTE EUROPEA BLOCCA LA RUSPA DELLA RAGGI: NON SI PUO’ SGOMBERARE UN CAMPO ROM SENZA INDICARE SOLUZIONE ALTERNATIVE DI ALLOGGIO
BASTAVA SAPERE COSA DICE LA LEGGE (E IL BUON SENSO) E AVREBBE EVITATO UNA BRUTTA FIGURA
La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo sospende lo sgombero del Camping River, campo nomadi in via di chiusura a Roma, fino al 27 luglio chiedendo alle istituzioni di indicare le soluzioni alloggiative alternative al campo.
Il Campidoglio sta già producendo tutta la documentazione “in cui – fa sapere – si certificano le numerose e reiterate offerte alloggiative, di inclusione abitativa e lavorativa, fatte a tutti gli abitanti”.
Però non è esattamente come dice il Campidoglio. Che di fatto ha messo in strada 350 persone aspettando, prono, l’arrivo di Salvini
Di queste solo 14 hanno aderito alla campagna dei rimpatri volontari.
Alessandro Capriccioli, consigliere regionale del Lazio di +Europa Radicali. “Esultare per aver ottenuto 14 rimpatri ‘volontari’ di ex abitanti del Camping River mentre nelle ultime settimane ci si è di fatto adoperati per cacciarli tutti con una surreale opera di distruzione dei moduli abitativi, con il distacco dell’acqua e con la cessazione di ogni servizio essenziale, è un atteggiamento del tutto fuori luogo e che distorce completamente la realtà “.
Stessi toni da Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 Luglio: “Neanche il rispetto è rimasto, neanche il pudore di fronte a povere persone utilizzate per coprire le vergogne di un fallimento”.
E ancora: “Il motivo dello sgombero è uno solo: il Comune di Roma le ha riconosciute colpevoli del fallimento del “Piano rom” e, con la visita di Salvini alle porte, dovranno pagare questo prezzo”.
(da agenzie)
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