LA MANOVRA? “NON E’ EQUA MA VA APPROVATA ALLA SVELTA”
INDAGINE IPR: UN DEFICIT DI GIUSTIZIA MA ANCHE IL SOSTEGNO AD UNA PARTE DELLE MISURE SOCIALMENTE PIU’ GIUSTE….EMERGE LA CONVINZIONE CHE LE NORME VADANO COMUNQUE ADOTTATE
La manovra del governo Monti non è equa e poteva essere fatta meglio, ma gli italiani ritengono molto o abbastanza condivisibili una quindicina (su 25) dei punti che contiene e, comunque, pensano che i loro partiti di riferimento faranno bene ad approvarla in fretta.
Contraddizioni in termini? Probabilmente no.
Quello che emerge dal sondaggio che Ipr Marketing ha realizzato per Repubblica.it ieri, con il sistema “Tempo reale” su un campione di mille cittadini opportunamente “disaggregati”, è il quadro abbastanza realistico dell’atteggiamento degli italiani rispetto all’intervento economico che l’esecutivo ha portato all’attenzione del Parlamento.
Un giudizio che si potrebbe riassumere così: è una medicina amara, che non piace, ma dentro ha i principi attivi che possono far guarire il malato.
Alla fine, dunque, meglio buttarla giù.
Un giudizio, dunque, sorprendentemente ponderato, molto poco “di pancia” o meglio, con dentro un mix di elementi e motivazioni che vanno dagli estremi del “no” passionale fondato su una percezione diffusa di ingiustizia, al “sì” razionale che dice: nella situazione e con i tempi dati, meglio approvare la manovra sperando forse, in ulteriori modifiche che possano renderla più equa pur mantenendone l’efficacia sui conti pubblici.
Il sondaggio si divide in tre parti.
Nella prima, Ipr ha interpellato il campione su cinque domande generali per arrivare a definire un giudizio sul provvedimento nel suo complesso; nella seconda, gli interpellati sono stati chiamati a giudicare 25 diversi punti della manovra; nella terza le domande riguardavano l’auspicabile atteggiamento dei rispettivi partiti di riferimento.
Il giudizio generale.
Per il 70% del campione la manovra “non è equa”, solo il 19% la ritiene “equa” e l’11% non ha un’opinione in merito.
Gli elettori di 4 dei 5 principali partiti (Pdl, Pd, Lega, Idv) la giudicano negativamente con percentuali oscillanti dal 63% (Pd) al 70% (Pdl).
Solo gli elettori del Terzo Polo fanno segnare un 45% di giudizi di “equità ” contro il 33% che la giudicano “non equa”.
Anche coloro che fanno riferimento ad altre forze politiche si esprimono negativamente con percentuali molto elevate (73%).
Più o meno simile il giudizio di merito: la manovra poteva essere fatta diversamente? Per il 65% del campione, sì.
Molto negativi gli elettori di Pdl (67%), Lega (98%) e Idv (63%), ma il 66% di coloro che fanno riferimento al Terzo Polo e il 46% degli elettori Pd ritengono che la manovra sia “pesante” ma che c’era poco d’altro da fare.
Il giudizio cambia abbastanza radicalmente quando si comincia ad entrare nel merito. Le domande chiedono di valutare la manovra da quattro punti di vista: risanamento dei conti pubblici, lotta all’evasione, riduzione dei costi dello Stato, rilancio e sviluppo dell’economia.
I giudizi positivi salgono al 45% (risanamento economico), 41% (lotta all’evasione) 31% (riduzione costi).
Resta molto negativo (21% di sì) il giudizio sul rilancio economico.
Tra l’altro, il 48% del campione teme che non sia sufficiente per salvare l’Italia da ulteriori attacchi della speculazione e solo il 21% ritiene che basterà .
L’ultima domanda del primo gruppo riguarda la decisione di Mario Monti di rinunciare al compenso dovuto al presidente del Consiglio: per il 61% del campione si tratta di “una scelta di rispetto nei confronti degli italiani chiamati ai sacrifici”, mentre il 33% la ritiene “un’azione ipocrita e di immagine” perchè Monti sta bene economicamente e non ne ha bisogno.
Anche da questa domanda emerge un dato che “attraversa” tutto il sondaggio: gli elettori del Terzo Polo sono certamente i più “vicini” a Monti, seguiti da quelli del Pd che lo sostengono abbastanza e da quelli del Pdl, un po’ più tiepidi.
Negativi o molto negativi i sostenitori dell’Idv e della Lega, come molto negativi sono tutti gli altri.
I singoli provvedimenti.
Tutto quello che si avvicina al concetto di “patrimoniale” o riguarda i tagli della spesa pubblica o il rilancio riscuote il pieno consenso del campione; tutto quello che riguarda incrementi di tasse sulla casa viene bocciato pesantemente; tutto quello che riguarda le pensioni ottiene giudizi piuttosto negativi.
E’ più o meno questo l’atteggiamento del campione di Ipr davanti a 25 domande su altrettanti punti della manovra.
Undici punti ottengono giudizi positivi superiori al 60%, quattro si collocano tra il 48% e il 51%.
Gli altri dieci scendono tra il 39% e il 15% di consenso.
Al comando della graduatoria, con il 90% di giudizi positivi, la tassa sul lusso e la riorganizzazione delle province che prelude alla loro cancellazione.
Molto bene, pure la soppressione di altri enti, la tassazione dei capitali “scudati”, le liberalizzazione.
Pure buoni i giudizi su tracciabilità dei pagamenti, soppressione degli ordini e di alcuni istituti previdenziali, l’Ici sulla seconda casa e l’estensione del sistema contributivo a tutti i lavoratori (un 60% di sì abbastanza sorprendente).
I tagli agli enti locali, l’aumento dei contributi agli autonomi, la tassazione sui prodotti finanziari e le garanzie statali sulle passività bancarie, ottengono giudizi positivi intorno al 50%.
Da qui in poi, cominciano i “no”.
L’intero pacchetto pensionistico (quello, per intenderci, che porta all’abolizione delle pensioni di anzianità ) riceve un consenso tra il 39% e il 32%.
Al di sotto del 30% di “sì”, il ritorno dell’Ici sulla prima casa, l’aumento dell’Iva, l’aumento dell’addizionale regionale Irpef, l’incremento degli estimi catastali e l’aumento delle accise su benzina e carburanti che riceve una sonora bocciatura con l’85% di “no”.
Però votatela.
Gli italiani, dunque, giudicano la manovra generalmente iniqua ma utile o positiva in diverse parti.
La medicina, insomma, è vista come piuttosto amara: non piace anche se si riconosce una certa efficacia a diverse sue parti.
Ma appena si passa al comportamento richiesto ai partiti, il discorso cambia e il campione di Ipr Marketing diventa molto più realista: le forze politiche dovranno approvarla senza pensarci troppo.
Un giudizio che accomuna Pdl e Pd e Terzo Polo ma che trova spazi oanche tra gli elettori Idv.
I seguaci di Di Pietro, infatti, ritengono (49%) che il loro partito dovrebbe, alla fine, dire di “sì” (27% per il “no” e 24% senza opinione).
Gli elettori del Pd si schierano per il “sì” (75% contro 24% di “no”), quelli del Pdl sono favorevoli ad appoggiare la manovra al 67% (19% di “no), quelli del Terzo Polo sono per il “sì” in Parlamento all’89%.
Massimo Razzi
(da “La Repubblica”)
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