LA NAVE DICIOTTI ATTRACCA IN SERATA A TRAPANI, ALLA FACCIA DI SALVINI
I 58 UOMINI, 3 DONNE E 6 BAMBINI QUERELINO SALVINI PER AVERLI DEFINITI “DELINQUENTI” E LA MAGISTRATURA ACCERTI CHI HA DATO L’ORDINE DI RICONSEGNARLI ALLA LIBIA E PROCEDA PER VIOLAZIONE DELLA CONVENZIONE DI GINEVRA CHE VIETA I RESPINGIMENTI
La nave Diciotti sarà in attracco a Trapani in serata, lo fanno sapere fonti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Dopo le polemiche tra Trenta e Toninelli da una parte e Salvini dall’altra la nave della marina militare italiana che ha preso in carico i naufraghi salvati dalla Vos Thalassa ha finalmente ricevuto dal ministero dell’Interno il porto sicuro in cui approdare: ieri è rimasta tutto il giorno ferma nel Mediterraneo in attesa di un accordo tra la Lega e il MoVimento 5 Stelle.
I 67 migranti (58 uomini, 3 donne e sei minori) erano stati recuperati e salvati in acque Sar libiche, poi si era reso necessario il loro trasbordo sull’unità militare perchè c’erano stati momenti di tensione, in quanto secondo le mail spedite dalla nave alcuni dei soccorsi hanno minacciato e spintonato equipaggio e ufficiali perchè avevano paura di essere riportati di nuovo in Libia (i respingimenti sono vietati dalla Convenzione di Ginevra)
A Trapani funzionari di Polizia dovrebbero salire a bordo della Diciotti per individuare le persone che avrebbero alimentato la tensione sul rimorchiatore Vos Thalassa e quindi valutare la loro posizione dal punto di vista penale.
Secondo successive comunicazioni del ministero dell’Interno ad essere accusati di aver minacciato l’equipaggio del Vos Thalassa erano peraltro solo due persone, un ghanese e un sudanese.
Salvini aveva sentenziato che “non darò autorizzazione a nessun tipo di sbarco finchè non ci sarà garanzia che delinquenti, che non sono profughi, che hanno dirottato una nave con la violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi vengano riportati rapidamente nei loro paesi. Fino a che non avrò queste garanzie non ci sarà nessun sbarco”.
E a chi gli chiede da chi attenda tali garanzie, “da chi le deve dare, che non è il ministro dell’Interno”.
Se ne deduce:
1) che lui non ha alcun potere di sparare cazzate, in quanto la contestazione di un eventuale reato è compito della magistratura per sua stessa tardiva ammissione
2) che definire “delinquenti” indiscriminatamente 58 uomini, 3 donne e 6 bambini è un reato se non prova che lo sono e come tale ci auguriamo che venga querelato dagli interessati
3) Che è vietato respingere in Libia i profughi e chi ha dato l’ordine deve essere indagato dalla Magistratura.
(da agenzie)
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