LA NOBILE RISPOSTA DEI NAPOLETANI AGLI INSULTI RAZZISTI DOPO IL TERREMOTO: “MI CHIAMO CIRO, HO 11 ANNI E HO SALVATO MIO FRATELLO PICCOLO”
“TU CHE FAI IL TIFO PER IL TERREMOTO NON POTRAI MAI METTERE AL MONDO UN BAMBINO CON IL CORAGGIO CHE HO AVUTO IO”… “L’ISIS NON CI HA ANCORA ATTACCATO PERCHE’ FACCIAMO SCHIFO PURE A LEI”
Il terremoto che ha colpito Ischia ha messo in luce il volto più gretto dei social network. Mentre sull’Isola si scavava per salvare le vite delle persone intrappolate sotto le macerie, molti utenti in rete hanno esultato alla notizia della tragedia, invocando l’arrivo del Vesuvio a “completare l’opera”.
Gli insulti razzisti contro i napoletani hanno ricevuto la risposta più bella in un post diffuso via social.
“Mi Chiamo Ciro, ho 11 anni”, si legge nel testo di cui ormai è difficile rintracciare la paternità , “durante la scossa ho trascinato mio fratello piccolo sotto al letto, dopo ho battuto con una scopa contro le macerie per farmi sentire dai soccorritori. Ho atteso 16 ore prima di rivedere la luce. Sono stato coraggioso, sono stato forte. E tu che inciti il Vesuvio a lavarci col fuoco, che fai il tifo per il terremoto…tu non potrai mai mettere al mondo un bambino con il coraggio che ho avuto io”.
L’autore anonimo ha vestito i panni del bambino che ha salvato la vita al fratello di 7 anni, ha dato voce alla testimonianza più potente di speranza e forza, emersa dall’isola nelle ultime ore.
Ha risposto agli insulti pavidi di chi si cela dietro un nickname per esplicare i suoi più meschini pensieri, contrapponendo il coraggio di un bimbo di appena 11 anni.
Intanto su Twitter, molti utenti denunciano l’ipocrisia del social network, prendendo le distanze da chi utilizza quello stesso mezzo per veicolare parole razziste: “Gente che twitta cordoglio per Barcellona e il giorno dopo spera nell’eruzione del Vesuvio. Le macerie le avete in testa”.
E ancora: “Rallegrarsi del terremoto a Ischia e invocare il Vesuvio per Napoli: l’ISIS non ci ha ancora attaccato perchè facciano schifo anche a lei.”
(da “Huffingtonpost”)
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