LA PIAZZA DEL RILANCIO DI SALVINI E MELONI SI RIDUCE A UN FLASHMOB, NON PIU’ DI 200 PERSONE
ALL’INTERNO DELLA LEGA CRESCONO LE CRITICHE A SALVINI: “REGALIAMO VOTI A FRATELLI D’ITALIA”
“Siamo pronti alla raccolta firme” ha detto oggi Matteo Salvini, provando a dare una spallata alla sanatoria dei braccianti voluta dal governo e insieme a rinfrescare la propaganda anti migranti che nel periodo del lockdown è stata poco più che un’arma spuntata. Non potrà iniziare domani.
A piazza del Popolo la manifestazione del centrodestra sarà poco più di un flashmob, attese tra le due e le trecento persone e un lungo bandierone dell’Italia, mezz’oretta, un’ora e poi via, tutti a casa.
â€³È un mese e mezzo che ci tengono a discutere sul computer – tuonava il leghista lo scorso 26 aprile – Torniamo nelle nostre strade e nelle nostre piazze rispettando limiti e regole, ma c’è di mezzo il futuro e la libertà ”.
Era appena finita la conferenza di Giuseppe Conte sulla fase due, e Salvini si materializzò un instante dopo in diretta Facebook per dire che “non ci ascoltano o non vi ascoltano ci faremo anche vedere e sentire, compostamente, fuori dai social”.
Nata come una grande manifestazione per mandare a casa il governo, un po’ le note vicissitudini interne al centrodestra e un po’ il cambiamento di mood politico lo hanno reso poco più che un sit-in al quale parteciperanno parlamentari e dirigenti di partito, uno schema che verrà replicato in tutti i capoluoghi di Regione.
“La verità è che non potevamo scegliere non solo un modo, ma anche un momento più sbagliato” spiega ad Huffpost un colonnello leghista.
La spiegazione ha una sua logica: “E’ festa e c’è il ponte. Non hai la gente in piazza nè nessuno che ci aspetta come i salvatori della patria. Ma ci rendiamo conto che il giorno dopo l’Italia riapre? Stanno pensando tutti a questo, e il sentimento verso il governo non sarà stabile, ma il 2 giugno tutta Italia sarà inconsciamente euforica perchè l’indomani si potrà tornare a fare quello che non si faceva da tre mesi”.
E’ un grande cruccio quello del segretario del Carroccio, la perdita delle parole chiave che lo avevano reso un punto di riferimento per un italiano su tre, l’incapacità di interpretare una fase in cui alla paura del diverso e del ladro che nottetempo si intrufola in casa è subentrata l’ansia terribile da Covid-19.
Uno smarrimento che è costato quasi dieci punti percentuali nei sondaggi. “Anche lì se vedi – continua il dirigente leghista – la preoccupazione è che quei voti non li perdiamo in favore di Conte o del Pd, ma è un travaso che gioca tutto in favore della Meloni”. La leader di Fratelli d’Italia sarà in piazza insieme ad Antonio Tajani, luogotenente di Silvio Berlusconi che ha deciso di rimanere nel suo buen retiro francese, per dare l’immagine di un centrodestra unito.
Ma senza palchi e senza comizi, perchè non si può. In compenso, spiegano dalla Lega, “sarà garantita la diretta social per agevolare il ruolo dei media” e “sarà allestita una zona ad hoc per le dichiarazioni”, ovviamente “transennata, per evitare assembramenti”. Niente passeggiata lungo via del Corso per andare a deporre una corona di fiori all’Altare della patria, vista l’evidente sgrammaticatura istituzionale e il pacato suggerimento quirinalizio di soprassedere.
Basta tornare al 26 aprile e lo iato è evidente: “Tantissimi cittadini ci chiedono di organizzarci, non solo in rete, per farci vedere e sentire”, diceva allora Salvini, che promette che la grande kermesse è solo rimandata di un mese, e che a luglio veramente la si farà .
Nella Lega attribuiscono il travaso di voti (virtuali al momento) verso l’alleato destrorso alla subentrata incapacità del leader di mescolare il sovranismo di sapore bagnaiano al pragmatismo di rito giorgettiano, e di trovare una sintesi efficace. Insomma, Salvini ha perso la bussola, e i suoi detrattori interni inquadrano la piazza del 2 giugno come un ulteriore tassello di questo smarrimento che non il primo passo per uscire dal guado.
Dopo le notizie sul massiccio piano del recovery fund, al flashmob non è rimasto che veicolare un confuso messaggio anti-governativo (con buona pace di Forza Italia, che tra i parlamentari leghisti viene ormai definita “più governativa del Pd”), attingendo qua e là ai tanti problemi di natura sociale ed economica che pur stanno estenuando il paese, ma senza per ora riuscire a interpretare con efficiacia il malessere che pervade il paese.
I seguaci del generale Pappalardo promettono (o minacciano) di tornare in segno di protesta proprio piazza del Popolo, ma nel pomeriggio, in una sghemba staffetta che ha del surreale.
Nel frattempo c’è la piazza di Roma, domani, previsione di 20/22 gradi e un garbato ponentino a rinfrescare il sole primaverile.
(da “Huffingtonpost“)
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